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“Andare oltre l’Ilva, Renzi colga la sfida” dice la deputata tarantina Labriola Taranto, diossina: interrogazione del consigliere regionale Perrini al governatore Emiliano

ilva

Di seguito un comunicato diffuso da Vincenza Labriola, deputata (gruppo Misto) e a seguire, il testo dell’interrogazione presentata da Renato Perrini, consigliere regionale della Puglia, gruppo Conservatori e riformisti:

“Il destino di una città non può essere legato a doppia mandata a quello di un’azienda che ospita sul proprio territorio, l’Ilva, il cui futuro è per di più già seriamente compromesso. Taranto ha la necessità assoluta di guardare oltre, il governo nazionale deve avere il coraggio di ridisegnare il domani di una zona dalle enormi potenzialità, nella consapevolezza che l’industria dei Riva non potrà mai avere un futuro ecocompatibile, e che se non si cambierà strada a Taranto si continuerà a morire”, lo dichiara l’onorevole Vincenza Labriola del gruppo Misto alla Camera dei Deputati.

“L’Italsider prima e l’Ilva dopo, non hanno creato benessere, bensì malattie e morte. Taranto avrà un futuro solo se il siderurgico chiuderà completamente, smettendo di avvelenare. Il premier Renzi colga la sfida più grande, la riconversione piena di un tessuto economico e sociale ad oggi agonizzante. L’Ilva, la cui procedura di ‘svendita è in corso, non potrà rappresentare ancora per molto tempo garanzia di lavoro per i suoi dipendenti – prosegue Labriola –. Ogni euro investito per rimettere in corsa questo ‘drago’, é senza alcun dubbio un euro tolto al riscatto vero della città, ad un futuro sano per i nostri figli. Ilva va superata, e solo dopo sarà possibile effettuare delle serie bonifiche. Che senso ha la bonifica se non si eliminano le cause di inquinamento? Palazzo Chigi metta Taranto in cima alla lista delle priorità. Pensi ad una città nuova, profondamente ripulita dai danni dell’industria, che possa trovare ossigeno attraverso l’eccellenza, un’agricoltura di qualità, il rilancio della pesca e soprattutto il turismo. Percorsi turistici legati anche all’archeologia e perché no, all’archeologia industriale nei siti che oggi appartengono ad Ilva. Urge ripensare Taranto, individuare vie di riconversione della forza lavoro, con adeguati percorsi formativi. Al governo diciamo basta parole. Invitiamo Renzi a prendere realmente a cuore il nostro futuro”.

—–

Al sig. Presidente del Consiglio Regionale

dott. Michele Emiliano

Al Presidente della Giunta Regionale

dott. Mario Loizzo

All’Assessore alla  Qualità dell’ Ambiente

dott. Domenico Santorsola

 

REGIONE PUGLIA SEDE

 

Interrogazione urgente

 

Per chiedere, premesso:

 

  • Nei giorni scorsi sono stati diffusi, con preoccupante ritardo, i dati relativi alla presenza di diossina nella città di Taranto, e in particolare nelle aree più vicine allo stabilimento Ilva (dati relativi al periodo novembre 2014 – febbraio 2015)
  • I dati segnalano una concentrazione altissima di polveri di diossina, elemento notoriamente pericolosissimo per la salute, paragonata a ciò che si verifica nella cosiddetta “terra dei fuochi”!
  • Una relazione commissionata dall’Ilva, curata dal Politecnico di Torino, a firma del prof. Maurizio Onofrio, attribuisce tale presenza a fonti diverse dall’Ilva, adducendo a prova di tale assunto la verifica di campioni deposimetrici.
  • Riscontrando una richiesta del presidente della giunta regionale, il direttore del’ Arpa Puglia, dott. Giorgio Assennato, confutava completamente le tesi del Politecnico attribuendo la fonte delle polveri di diossina all’attività del siderurgico tarantino.
  • Secondo quanto si legge nella relazione dell’ Arpa esiste un concreto e grave rischio di ingestione attraverso la catena alimentare.·       Tra le possibili cause dell’alta concentrazione di polveri di diossina si ipotizzano gli esiti di movimentazioni nell’ambito di attività di caratterizzazione e bonifica.

    ·       Allo stato sono in corso ulteriori verifiche sui campioni deposimetrici al fine di ottenere ulteriori riscontri scientifici.

    appreso che :

     

    ·       il capo di gabinetto del presidente della giunta, dott.  Claudio Stefanazzi avrebbe richiesto all’ Arpa di astenersi dal diffondere informazioni su base di ipotesi sulle cause.

     

     

    ritenuto che:

     

    ·        l’unica fonte scientifica ed istituzionale accreditata a fornire informazioni resta l’Arpa Puglia.

    domanda:

     

    ·       Quali iniziative urgenti si intendano adottare per chiarire in modo inequivocabile quanto accaduto, in relazione anche al grave ritardo con cui i dati sono stati resi pubblici, e definire ogni possibile fonte della eccezionale emissione registrata.

    ·       Quali iniziative urgenti si intendano adottare per garantire la conoscenza in tempo reale dei dati relativi alle emissioni nocive in generale, e della attività industriale in particolare.

    ·       Quali iniziative urgenti si intendano adottare per verificare l’attuale livello di emissioni nocive provenienti dall’attività industriale, tutta, a Taranto, e quali consequenziali provvedimenti si intendano adottare per  salvaguardare occupazione e salute dei lavoratori e dei cittadini.




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