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Coronavirus | La diversificazione della produzione per fronteggiare la crisi da pandemia, ma senza dimenticare di ripartire dall’Italia nel futuro prossimo Intervista a Luigi Trani, imprenditore veneto: "Mi auguro che questa pandemia ci faccia acquisire una consapevolezza diversa e soprattutto mi auguro che si torni a puntare sul prodotto nazionale dando nuovo slancio alla nostra economia."

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di Angela Maria Centrone

Il Veneto è una delle regioni con il distretto produttivo più virtuoso d’Italia, ma anche qui, nonostante la solidità e l’efficenza di molte aziende, la crisi da coronavirus si è fatta sentire, mettendo in evidenza quelle che sono le falle di un sistema nazionale ed europeo che va assolutamente ripensato.

Abbiamo sentito, a questo proposito, l’imprenditore Luigi Trani, socio titolare della Endsac, nel trevigiano: “la nostra azienda si occupa di produzione e stampa di shoppers personalizzate, etichette, scatole e altri prodotti per il packaging. Si rivolge particolarmente a negozi al dettaglio e ad aziende di vario genere. La pandemia, e la conseguente chiusura totale delle attività, ha completamente azzerato la nostra produzione, eccezion fatta per pochissimi clienti del settore alimentare.” 

A seguito di ciò, ci ha raccontato di come abbia maturato la scelta di diversificare la produzione: “In realtà il progetto di diversificazione della produzione/commercializzazione di altri articoli non è legato solo alla pandemia ma soprattutto all’idea di offrire un servizio sempre più completo ed esaustivo che possa spaziare dalle shoppers ai gadget aziendali, dall’abbigliamento da lavoro personalizzato ad altri articoli che via via prevediamo di inserire sul nostro e-commerce. Nello specifico la produzione di mascherine, fatta in collaborazione con un nostro partner abituale, è stata un’esigenza del momento al fine di salvaguardare la vita dell’azienda”. Ed ha aggiunto “non è stato molto complicato avendo a disposizione il materiale – ovvero TNT che è lo stesso che si usa per le shoppers – e la manodopera. E data la disponibilità dei due elementi è stato semplice adattarsi alle nuove richieste del mercato.”

Attualmente, come ha specificato Trani, “le vendite per ora non sono quelle sperate, pur avendo attribuito ai nuovi prodotti dei prezzi di vendita bassi, o pressoché uguali, rispetto a quelli che si trovano in giro o sul web. Ma penso sinceramente che non ci sia molta attenzione nei confronti delle novità proposte, perché, come spesso succede, si aspetta l’ultimo momento per organizzarsi e adeguarsi nel rispetto delle nuove normative.”

Il sentimento di Luigi Trani e, in generale, di chi si applica al lavoro con impegno e creatività è ottimistico, se pur con le dovute cautele e le doverose precisazioni. Infatti, conclude la nostra intervista dicendoci: “Mi auguro che questa pandemia ci faccia acquisire una consapevolezza diversa e soprattutto mi auguro che si torni a puntare sul prodotto nazionale dando nuovo slancio alla nostra economia. Eravamo un grande Paese ma gli effetti della globalizzazione sono stati devastanti, basti pensare alla delocalizzazione di tutte le eccellenze italiane. Alla luce di ciò mi auguro che si possa tornare ad essere un Paese produttivo in tutti i sensi.”

E non possiamo che concordare. In questo momento rivedere e ricostruire un futuro per l’economia, la cultura e la società tutta è una priorità e allo stesso tempo un’occasione.

 




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