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Provincia di Taranto: proclamazione del presidente Giovanni Gugliotti Al centro dell'attenzione la clamorosa sconfitta di Rinaldo Melucci che ieri si è poi dimesso da sindaco del capoluogo

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Di sicuro non è scaramantico. Alle 12 di oggi 2 novembre venerdì, Giovanni Gugliotti, nel salone della presidenza della Provincia di Taranto viene proclamato nuovo presidente dell amministrazione provinciale.

Un’elezione che rispetto alle altre 60 in tutta Italia ha provocato sconquassi nel Comune capoluogo, con Rinaldo Melucci che si è dimesso da sindaco dopo non avere centrato l’obiettivo provinciale.

Di seguito un comunicato diffuso da Uil Taranto:

Con la Tua elezione a Presidente della Provincia di Taranto si completa l’organigramma istituzionale del nostro territorio, presupposto, questo, per avviare il rilancio pieno della politica locale . Troppo sfilacciata e involuta è apparsa l’azione politica dell’Ente di Via Anfiteatro nell’ultima parte della consiliatura, sfibrata dai troppi contenziosi irrisolti. La campagna elettorale che l’ha preceduta è stata giustamente breve, ma intensa, ed è stata condotta all’insegna della sobrietà, almeno da parte dei competitori; gli eccessi provengono, invece, da comunicatori improvvisati e da chi vive la politica come evento da spettacolarizzare e da infarcire con gossip ed esagerazioni. Nella sua assoluta anomalia nel panorama regolativo, questo tipo di elezioni (di secondo livello) propone un elettorato estremamente qualificato (consiglieri comunali e sindaci), gente che la politica la pratica e, almeno, per questo il giudizio che ne consegue rileva in maniera significativa. Il risultato, conseguentemente, assume un rilievo diverso da quello delle elezioni classiche, quelle nelle quali si esprimono i cittadini: i politici di professione, giudicando un loro pari, gli conferiscono il potere di assumere decisioni che influiranno sulla vita degli amministrati. E’ un po’ la stessa dinamica che osservano gli ordini professionali e le università, si tratta, in definitiva, di giudizi decisamente qualificati. In questa contingenza storica, poi, la significazione politica del ruolo a Te assegnato aumenta, se possibile, ancor di più. La riforma incompiuta delle province, Ti consegna un Ente estremamente depotenziato nel suo organico, ma non nelle sue competente, il cui valore strategico continua a rimanere alto e qualificato. Prima ancora delle valutazioni di merito, ritengo, però, che la Tua azione dovrà mirare soprattutto a risanare gli strappi di un tessuto sociale degradato a causa delle diverse crisi che hanno interessato la Comunità deprimendone in maniera drammatica il livello economico e sociale.

Servirà un Presidente amministratore che sappia dialogare efficacemente – comunicatore prima ancora che un Presidente – innanzitutto con il suo personale (i dipendenti), oltreché con i livelli istituzionali, politici e, soprattutto, con una società civile composita e disarticolata. Comune e Regione, da tempo, dialogano poco e male, spetterà a Te svolgere quell’essenziale funzione unificante, di trait d’union, per finalizzare accordi e intese per migliorare le performance territoriali. Ma sarà ancor più complesso dialogare e confrontarsi con il Governo del Paese, la cui azione spesso collide e contrasta con le politiche del territorio. Occorrerà, poi, rilanciare il ruolo della Provincia nell’ambito della programmazione economica territoriale (troppo defilata è apparsa la sua posizione nell’ambito di quel Tavolo Istituzionale che si vorrebbe riattivare), riassumere un ruolo centrale nell’ambito delle politiche scolastiche (edilizia, qualificazione e orientamento dell’offerta formativa), completare ed efficientare la rete viaria provinciale, ridefinire e migliorare le politiche sullo smaltimento dei rifiuti, troppo spesso al centro di indagini giudiziarie. Un capitolo a parte meritano la statizzazione del Paisiello, obiettivo che adesso appare pienamente a portata di mano, le politiche in materia di trasporti che sarebbe riduttivo definire carenti e quelle ambientali, vero punto dolente. In tutto questo, mi sento, molto sommessamente, di suggerirti di prestare grande attenzione al metodo da seguire: condividere, attraverso un confronto ampio e democratico, le politiche settoriali con il partenariato economico e sociale può rappresentare quell’elemento di novità in grado di far ripartire le dinamiche relazionali sinora condotte in maniera stentata, oltre che frammentata. In conclusione, l’opera da compiere è estremamente complessa ed in questo il mondo sindacale, per la parte che ci riguarda, sarà pienamente disponibile a sostenere tutte le azioni che saranno necessarie con una piena assunzione di responsabilità. Il grande consenso che ha contraddistinto la Tua elezione testimonia sì il clima di fiducia, ma anche le aspettative dei grandi elettori e non solo. Ed è anche per questo che, a nome dell’intera Organizzazione, ti formulo i migliori auguri di buona lavoro.

(foto: Francesco Manfuso)

 




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