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Taranto: avvocato dell’operaio contagiato, lettera ad Arcelor Mittal Usb: cassa integrazione per tutti i dipendenti del siderurgico

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Di seguito il comunicato:

L’avvocato Gina Lupo ha scritto alla direzione di ArcelorMittal Italia per porre alcune domande in merito a quanto è accaduto nei giorni scorsi al suo assistito che successivamente è risultato poditivo al Covid19.

Premessi gli episodi avvenuti in fabbrica: la perdita dei sensi durante il turno notturno di lavoro, il soccorso dei colleghi che lo hanno portato in infermeria dove veniva verificato il suo precario stato di salute e da dove, invece di attendere l’arrivo di una eventuale ambulanza, veniva riportato al proprio domicilio con un taxi, l’attivazione dal proprio domicilio del 118 che lo ha condotto al centro Covid Moscati di Taranto dove veniva confermato che il dipendente era positivo al Covid19;

il legale Lupo chiede all’azienda:

– i motivi che hanno indotto l’azienda a non soccorrere il dipendente e chiamare l’ambulanza al fine di far ricoverare lo stesso presso il nosocomio più vicino;
– i motivi che hanno indotto l’azienda a chiamare un taxi privato al fine di far accompagnare il dipendente presso il suo domicilio essendo evidente il suo stato fisico e psichico;
– se l’azienda ha attivato a quanto previsto e cioè se si è proceduto alla sanificazione del reparto, delle apparecchiature nelle aree in cui il dipendente si è trovato;
– se si è proceduto ad eseguire i tamponi a tutti i soggetti presenti al momento del malore del dipendente, e coloro che nei giorni antecedenti hanno avuto contatti con lo stesso. Ciò al fine di garantire la salute e la tutela degli altri lavoratori.

L’avvocato Gina Lupo, con espressa riserva di agire a tutela del suo assistito in ogni sede competente, sollecita la direzione di ArcelorMittal al fine di ottenere un sollecito riscontro in virtù di quanto esposto.

Di seguito un comunicato diffuso da Usb:

L’odierno incontro tra i sindacati e Arcelor Mittal è durato non più di un’ora e si è concluso purtroppo con un nulla di fatto. Oggi l’azienda si è detta offesa, quando invece ad essere offesi siamo noi, insieme ai lavoratori che cerchiamo di tutelare. Si continua a sottovalutare una situazione che per gravità ed urgenza richiede invece determinazione, tempismo nelle scelte e risposte efficaci. La multinazionale continua ad essere sorda di fronte alle nostre richieste, come continua a rimandare la soluzione del problema proprio quando ridurre i tempi è fondamentale per contenere il diffondersi del contagio. Rileviamo purtroppo che, con riferimento al caso dell’operaio che ha contratto il virus, non ci risulta sia stato adeguatamente rispettato il protocollo: molti colleghi, diretti e delle ditte dell’appalto, con cui la persona interessata è entrata in contatto nei giorni immediatamente precedenti al malore, non sono stati al momento individuati, e quindi non sono stati messi in quarantena. Inoltre non sappiamo ancora se c’è un piano da applicare nel caso in cui, all’interno dello stabilimento, dovesse scoppiare un focolaio.

Altro fatto, tutt’altro che irrilevante: oggi nel primo turno erano al lavoro circa 1.900 dipendenti di Arcelor Mittal e 2.020 dell’appalto. La matematica non è certamente un’opinione e quindi, di fronte a questi numeri ci aspettiamo nei tre turni uno sforamento dei limiti indicati dal Decreto Prefettizio, che prevedeva invece 2.000 lavoratori indiretti, distribuiti nelle 24 ore lavorative, dunque sui tre turni. Ci aspettiamo inoltre che il Prefetto di Taranto torni sulla questione, correggendo il tiro soprattutto alla luce degli ultimi fatti registrati.

Nel corso del confronto tenuto in mattinata abbiamo chiesto che la Cig per Covid venga estesa a tutta la forza lavoro dello stabilimento, e che l’equivalente delle addizionali, sospese per questo periodo, venga destinato comunque ai lavoratori come sostegno per coloro che andranno in cassa integrazione per Covid.

Infine un riferimento ad un piccolo contributo offerto dall’Usb in un momento di difficoltà: la donazione di mascherine ad alcune istituzioni locali. Circa 600 destinate agli ospiti del carcere di Taranto e ai dipendenti della società Sds, che lavorano al Cup dell’ Asl di Taranto, e che denunciano da tempo l’assenza di DPI.

Franco Rizzo coordinatore provinciale Usb Taranto




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