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Demi-sec, brut, dry: breve guida per non fare confusione

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Davanti agli scaffali dell’enoteca rimanete confusi dinanzi a etichette Brut, Extra Dry, Dry e Demi sec? Nessun timore: domandare qualche consiglio a chi se ne intende più di voi non vi farà certamente apparire scortesi, ma – anzi – vi salverà da acquisti inefficaci, che deluderanno le aspettative a tavola.
Ma in che modo orientarsi in questo ambito? Quali sono le differenze in termini zuccherini di ogni vino tra quelli sopra citati?
Cominciamo dal Brut, che è la versione più “secca”, con residuo zuccherino più basso, inferiore a 12 grammi per litro. Generalmente, per poter ottenere questo basso grado zuccherino, è sufficiente interrompere la fermentazione nel momento in cui la quantità di zuccheri è appunto inferiore a tale soglia: il risultato sarà un vino particolarmente vivace e fresco, che potrà essere sposato facilmente con aperitivi di varia natura o, durante il pasto principale, con crostacei e piatti a base di pesce, crudo o fritto.
Tra i Brut e i Dry è possibile collegare gli Extra Dry, vini con un residuo di zuccheri tra 12 e 17 grammi per litro. Si tratta di un vino che, come potete ben immaginare da quanto sopra, ha una quantità di residuo zuccherino maggiore rispetto al Brut, con gusto più morbido, abbinabile facilmente a un aperitivo.
Innalzando ulteriormente il livello di residuo zuccherino si giunge quindi al Dry, con quantità di zuccheri tra 17 e 32 grammi per litro. Si tratta di un vino ampiamente più amabile del Brut (e anche dell’Extra Dry), che potrebbe accompagnare le parti finali del pasto, abbinandosi con pasticceria secca non troppo dolce.
Spostandoci ancora più in là nella lista dei vini con maggiore residuo zuccherino, troviamo quindi il Demi sec, con residuo tra 32 e 50 grammi per litro. Il vino è il più dolce tra quelli sopra esposti e, proprio per questo motivo, ideale per poter fungere da accompagnatore di una vasta gamma di dessert. Tra i demi sec più apprezzati in ambito internazionale ci permettiamo di evidenziare il Ferrari demi sec, un Trentodoc facilmente riconoscibile, frutto di oltre due anni di affinamento in bottiglia, per esaltare la propria fine pasto con un gusto amabile e armonioso, e un profumo fruttato che accompagnerà ogni suo consumo.
Se poi volete saperne ancora di più su quanto sopra… ricordate che la quantità di zucchero nel vino è generalmente determinata dalla durata della fermentazione, un processo nel quale i lieviti “consumano” gli zuccheri per poterli trasformare in alcol. All’enologo spetta dunque il compito di seguire costantemente il processo di fermentazione interrompendolo nel momento in cui il residuo zuccherino del vino raggiunge la soglia desiderata.
In linea di massima (gli esperti del settore ci perdoneranno le eccessive semplificazioni!), chi vuole ottenere un vino secco dovrà far proseguire la fermentazione più a lungo, mentre chi vuole ottenere un vino più dolce dovrà interrompere prima la fermentazione. Per non commettere errori sui giusti abbinamenti, tuttavia, vi consigliamo di non seguire le semplici indicazioni di cui sopra – che dovranno rappresentare solo una base di partenza – e domandare agli esperti che potete trovare in enoteca!




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