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Taranto: gru finita in mare, morto l’operaio Arcelor Mittal (fonte Usb, “ucciso”). Ma alle 21,40: vigili del fuoco, “intervento in corso” Come a novembre 2012. Sempre per il vento. Anmil: un rottame che semina morte

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Come il 28 novembre 2012. Un tornado ha abbattuto un’imponente gru, ora di proprietà Arcelor Mittal. L’operaio che si trovava nella cabina di comando è stato scaraventato in mare, con la gru. Dopo circa due ore di ricerche, rinvenuto il cadavere del lavoratore 31enne di Fragagnano. Ciò stando a Usb che parla di lavoratore “ucciso”. Ma al 118 non risulta (ore 23) il rinvenimento.

Tweet vigili del fuoco ore 21,40:

Taranto, in corso intervento dei sommozzatori dei vigili del fuoco nella zona 4 Sporgente del porto per il crollo di una gru alta più di 80 metri. Nella caduta coinvolto l’operatore rimasto all’interno della cabina di manovra, finita in acqua.

Comunicato Usb:

Arcelor-Mittal Taranto, fabbrica di morte: un altro lavoratore ucciso. Per noi la fabbrica è chiusa da oggi

È passato solo un giorno dall’incontro con il ministro DI Maio al quale abbiamo denunciato la gravissima situazione dello stabilimento di Taranto ed oggi piangiamo un altro giovane dipendente ucciso sul lavoro nello stabilimento tarantino.

Ed accade esattamente nella stessa postazione una gru, che nel 2012 aveva ucciso un altro lavoratore. La gru è stata ricostruita ma con le medesime gravi mancanze di quella precipitata in mare nel 2012. Ed oggi ha ucciso Mimmo Massaro.

Per USB la fabbrica è da chiudere, è chiusa da oggi.

Siamo vicino ai familiari e ai cari del lavoratore ucciso, chiamiamo i lavoratori e la città ad una mobilitazione straordinaria. Liberiamo Taranto dai veleni.

Chiudiamo lo stabilimento ex Ilva.

Sergio Bellavita USB Nazionale

Comunicato Anmil:

Un rottame che oltre a seminare morte, terrorizza ogni volta che un alito di vento o qualcosa di più spira sulla nostra città. Mentre scriviamo non abbiamo ancora notizie del l’operaio disperso dopo che il tornado che ha raggiunto la stessa gru dove nel 2012 perse la vita il povero Francesco Zaccaria: quella DM 5 collassata nuovamente mentre un operaio era intento a manovrarla.
Oggi sento il dovere di una denuncia ancora più cruda e violenta, perché mentre si dibatte di addendum, immunità, copertura parchi, in quella fabbrica si rischia di morire tra lamiere contorte e corrose dalla ruggine, solo per assenza di una manutenzione ordinaria che sarebbe il minimo indispensabile nella fabbrica d’acciaio più grande d’Europa.
Ora mi attendo verità, giustizia e finalmente azioni consequenziali, per Francesco, Mimmo e per chi oggi come domani potrebbe pagare ancora con il bene più grande: la vita.

Aggiornamento qui:

Taranto, operaio disperso in mare: sospese le ricerche | Era nella cabina della gru alta più di ottanta metri e spazzata via dal vento. Comunicazione Arcelor Mittal




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