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Bullismo: padre incatenatosi davanti al Comune di Gravina in Puglia, “qualcosa a cui nessuno di noi vorrebbe arrivare” Di Gioia, candidato al consiglio regionale: repressione e controllo non bastano, bisogna investire in welfare e terzo settore

antonio digioia

Di seguito un comunicato diffuso da Antonio Di Gioia (foto):

“Costringere un padre ad incatenarsi ai cancelli del Comune per ottenere più sicurezza nella città dove vive la propria famiglia, è qualcosa a cui nessuno di noi vorrebbe arrivare: i nostri figli devono sentirsi liberi di camminare per le nostre strade senza dover temere le sortite di questi bulli”. È il commento di Antonio Di Gioia, già presidente dell’Ordine degli Psicologi di Puglia, in corsa alla Regione con Italia in Comune, in merito al gesto di un padre di famiglia di Gravina in Puglia che ha visto la propria figlia 17enne subire un’aggressione in pieno centro da parte di un gruppo di bulli che le hanno provocato una microfrattura ad una costola. Da mesi questo “branco” tiene in scacco l’intera città con continue scorribande ma, nonostante i numerosi appelli dell’amministrazione per la creazione di presidi stabili, questa richiesta risulta ancora inattesa. “Condivido appieno la battaglia che i genitori di Gravina hanno intrapreso e la loro voglia di fare gruppo, ma una maggiore presenza delle forze dell’ordine sul territorio rischia di essere un’azione repressiva momentanea e non un intervento di tutela della comunità sociale. In base all’esperienza derivata dalla professione che svolgo da più di 20 anni – prosegue Di Gioia – posso affermare con assoluta certezza che il loro rinnovato impegno deve essere accompagnato dalla presenza di professionisti formati in ambito socio-psicopedagogico pronti a prevenire la diffusione di questi comportamenti nei luoghi di maggiore aggregazione giovanile come scuole, piazze, oratori. Sono pronto, col vostro supporto, a dare un contributo decisivo per riconsegnare le strade delle nostre città ai nostri figli”.




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