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Enrico Letta: mi dimetto dal parlamento L'ex presidente del Consiglio lo ha annunciato in tv. L'Italia si permette il lusso di tenere un ex premier in naftalina, con tutte le emergenze che ha

letta saluta

letta salutaIl precedente presidente del Consiglio, non è mai stato un mistero, qui è sempre stato considerato migliore di quello attuale. Il precedente presidente del Consiglio, oggi, ha detto una cosa, intervistato in televisione a “Che tempo che fa”: mi dimetto, vivrò del mio lavoro. Nell’Italia in cui non si dimette nessuno e questa pessima abitudine si trasferisce anche in Europa (esempio, Federica Mogherini, che ci sta a fare ancora lì, dopo la tragedia di oggi? L’organizzazione in cui lei si trova ha responsabilità enormi e lei ha convocato per domani un vertice. Perché, oggi che aveva da fare? E ieri che ha fatto per fronteggiare il problema?) si è dimesso uno dei migliori, uno dei più seri. Poca chiacchiera, molta concretezza, moltissima autorevolezza anche in campo internazionale e, si ricorderà, il contesto drammatico in cui avvenne la nomina di Letta (il giorno dell’insediamento pure gli spari) e il lavoro svolto, tanto che dopo dieci mesi di governo, nei numeri dell’economia era ricomparso per la prima volta il segno più.

Poi l’attuale presidente del Consiglio ha iniziato a dire quella cosa di stai sereno ed è andata a finire come tutti sanno. L’attuale presidente del Consiglio dovrebbe anche spiegare, peraltro, se sia vero il retroscena secondo cui in seno all’Unione europea era stata data l’indicazione di Enrico Letta come presidente del Consiglio europeo e proprio dal leader del governo italiano (quello attuale) fu opposto il diniego. Con l’indicazione, anche, di quella alta rappresentante per la politica estera dell’Unione. Che sta facendo benissimo. Come no (qui la si pensa così). Dunque, il pensiero qui è questo: uno buono ne avevamo e l’abbiamo fatto scappare. Con tutte le emergenze che l’Italia ha, anche a livello internazionale, l’Italia si permette il lusso di lasciarlo fuori. Siccome quelli di ora sono bravi. Come no.

Fortunatamente, il tempo è gentiluomo. Saprà esserlo anche in questo caso. C’è da esserne certi.




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