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Figlio di Salvini su acquascooter della polizia, giornalista pugliese intimidito L'Ordine professionale a tutela di Valerio Lo Muzio che aveva filmato l'accaduto

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Valerio Lo Muzio, videomaker foggiano, è stato intimidito. Qualcuno voleva togliergli lo strumento di lavoro dalla mano, voleva impedirgli di filmare quella situazione di privilegio del figlio del ministro. L’Ordine dei giornalisti attende le scuse del ministero dell’Interno e della polizia (e sarebbero d’uopo, particolarmente, proprio da chi capeggia oggi quel ministero) scuse ancora non arrivate a più di un giorno dal grave atteggiamento nei confronti del giornalista. In compenso è arrivata una non meno grave affermazione attribuita a un responsabile del sindacato Sap secondo cui ormai Lega e polizia sono una cosa sola. E nel frattempo ancora, qualche sconsiderato ha minacciato Lo Muzio: sappiamo dove abiti.

Solidarietà, da qui, a Valerio Lo Muzio. Chiedetegli scusa.

Di seguito quanto pubblicato dall’Ordine dei giornalisti:

“Non basta ammettere ’l’errore da padre’ per giustificare il giro sulla moto della Polizia compiuto dal figlio. Perché quella vicenda coinvolge anche il diritto di cronaca. E Salvini dovrebbe chiedere scusa soprattutto al giornalista minacciato mentre svolgeva il proprio lavoro.”
Lo afferma il presidente del Consiglio Nazionale  dellOrdine dei Giornalisti Carlo Verna sulla vicenda che ha coinvolto il videomaker di Repubblica Valerio Lo Muzio.
“Anziché difendere la polizia da un suo errore di padre Salvini avrebbe dovuto stigmatizzare il comportamento di chi ha provato ad impedire il legittimo esercizio del diritto di cronaca. Su questo, dal giornalista professionista e ministro dell’Interno, ci aspettiamo delle scuse”.




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