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Soccorritori 118, una comunicazione per protestare Si trasformi in lavoro con le tutele del caso ciò che è volontariato, la richiesta

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Un gruppo di soccorritori del 118 è autore della comunicazione di seguito, che arriva anche “in un periodo critico” come quello attuale. Ecco la protesta:

Siamo un gruppo di soccorritori del 118. Siamo stanchi. Ogni volta che ci sono votazioni nell’aria si parla di internalizzazione ma come sempre tutto svanisce nel nulla. Aiutateci. Siamo delle persone che per gli altri rischiamo la vita nel vero senso della parola. Ci riempiamo le mani di ogni tipo di cosa, con i nostri occhi vediamo ogni tipo di scena. Lo facciamo con il cuore. Ma abbiamo bisogno di garanzie e tutele. Chi ci tutela a noi soccorritori volontari? E ora? Con questo coronavirus? Per noi è da codardi tirarci indietro e non lo faremo. Ma perché non meritiamo un’assunzione con tutti i diritti e garanzie come tutti gli altri. Il soccorritore volontario è un operaio a nero a tutti gli effetti. Prendiamo dai 30 ai 40 euro di “rimborso spese”, veri e propri stipendi erogati ai volontari tutti i mesi da anni e anni e anni. Il tutto sotto gli occhi di tutti. Veri stipendi, operai a tutti gli effetti ma convenienti, senza assunzione contributiva, senza diritto a vaccini preventivi, senza nulla. E non possiamo parlare altrimenti veniamo buttati fuori. Il lavoro nero è reato sia al civile ma anche per il servizio di soccorso. Perché nessuno prende provvedimenti. Dove sono i politici incravattati che hanno promesso di sistemare questa situazione? Questo è il mondo del soccorso nazionale.




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