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Donna morta a Terlizzi: Cassano, incredulità e rabbia Sanità

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Una donna pugliese, di Terlizzi, ricoverata a Matera dopo che nessun ospedale pugliese aveva possibilità di ospitarla. La donna, al San Carlo della cittadina lucana, è morta. Era gravemente malata ma la figlia dice “poteva accadere anche a qualcun altro con una crisi cardiaca”. E non deve accadere, di non trovare posti disponibili negli ospedali. Ha preso immediatamente posizione, al riguardo, il coordinatore regionale del nuovo centrodestra, Cassano.  

Di seguito un comunicato diffuso dal senatore Massimo Cassano:

Vedere morire la propria madre a 150 chilometri da casa perché manca un posto in rianimazione; sentirsi rispondere dal manager Asl: “Capisco il disagio dei familiari”. Telefonare al “118” per un’emergenza che appare subito grave per patologie ed età del paziente e ritrovarsi un’ambulanza senza medico a bordo. Assistere al dramma di una dottoressa costretta da un sistema ormai in tilt a cercare un posto di terapia intensiva consultando un elenco telefonico. Apprendere dagli organi di informazione che il più grande ospedale della regione ha bloccato i ricoveri in rianimazione causa trasferimento di reparto, nonostante la situazione drammatica degli altri ospedali vicini, nonostante si sia in piena emergenza a causa dell’influenza.

Sanità nel Terzo Mondo? No, sanità in Puglia. Dove per un ricovero si sposta un paziente grave in ambulanza anche per circa 200 chilometri, su una strada per metà di montagna. Dove il sistema di elisoccorso è un perfetto sconosciuto, dove medici e infermieri del servizio del 118, soffocati dal superlavoro, ti guardano sconsolati, allargano le braccia e poi sussurrano “è la nostra emergenza quotidiana”. La gente muore, è ineluttabile, ma in un Paese che vuol dirsi anche lontanamente civile non si può morire così. E nel frattempo continuiamo ad assistere ad assurde autoesaltazioni di manager, assessori, politici la cui vera attività sembra essere quella di nascondere lo sporco di un modello di fallimento sotto il tappeto.

E’ il momento di dire basta una volta per tutte. Se questa è la gestione del sistema sanitario regionale, meglio il commissariamento. Ed è quanto chiederò al ministro della Salute con un’interpellanza urgente. Il malato, il sofferente, le loro famiglie, non possono divenire merce da campagna elettorale, ma devono tornare ad essere sempre al centro delle politiche sanitarie per assicurare ad ogni costo livelli dignitosi, umani nell’assistenza. E’ un appello che in questi giorni rivolgo direttamente a tutti i rappresentanti delle Istituzioni pugliesi. Uniti per impedire nuove storie drammatiche e non leggere più cronache di una disfatta annunciata e di persone il cui dolore viene di continuo offeso e calpestato.

 




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