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Covid, Gimbe: «in Puglia aumentano contagi e ricoveri in area medica» Lecce è la provincia con l'incidenza più alta d'Italia

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Aumentano sia i nuovi contagi (+37,7 per cento rispetto a sette giorni fa) che gli attualmente positivi per centomila abitanti (2.138) e, seppure leggermente, anche i ricoveri in area medica (passano dal 18,6 al 18,8 per cento). Mentre nelle terapie intensive la percentuale di occupazione dei posti letto scende dal 6,2 al 5,4 per cento. Le province più colpite sono Lecce e Bari: rispettivamente con 1.423- è l’incidenza settimanale più alta a livello nazionale- e 789 nuovi positivi ogni 100mila residenti superano Brindisi (737), Foggia (733), Taranto (696) e Barletta- Andria-Trani (665). È il quadro sempre meno confortante, almeno per quanto concerne la diffusione del coronavirus, che emerge dal report della Fondazione Gimbe sull’andamento dell’epidemia in Puglia. «Dopo cinque settimane di calo e l’arresto della discesa la scorsa settimana –afferma il presidente dell’organismo indipendente, Nino Cartabellotta – si inverte nettamente la curva dei nuovi casi settimanali, che si attestano intorno a quota 379 mila, con un incremento del 35,9 per cento e una media mobile a sette giorni che sale da circa 40 mila casi dell’8 marzo ad oltre 54mila il 15 marzo (+30,3 per cento). Un’inversione di tendenza che riconosce diverse cause: dal rilassamento della popolazione alla diffusione della più contagiosa variante Omicron BA.2, dal calo della protezione vaccinale nei confronti dell’infezione alla persistenza di basse temperature che costringono ad attività al chiuso».

Vaccinazioni 

La campagna di protezione dal Covid-19 procede a vele spiegate con numeri che confermano la regione degli ulivi al primo posto in Italia per livello di copertura vaccinale. Stando all’analisi condotta dagli esperti di Gimbe, l’86,8 per cento della popolazione ha effettuato due dosi e l’1,7 per cento una. La Puglia mantiene saldamente il primato delle inoculazioni ai bambini dai 5 agli 11 anni: il 47,8 per cento ha completato il ciclo e il 5,8 per cento ha fatto solo una iniezione, sommati fanno più del 53 per cento. Il tasso di copertura delle terze dosi è dell’85,1 per cento, valore oltre la media nazionale (83,5 per cento), quello delle quarte dosi, invece, è del 2,7 per cento.

Diffusione della variante Omicron 2

La circolazione virale è ancora molto «elevata- osserva Cartabellotta- e la curva dei contagi ha ripreso a salire: tuttavia, a fronte dell’imminente fine dello stato di emergenza, il governo si riunirà a breve per decidere se e quali misure abolire a partire dal 1° aprile. Auspichiamo che in quella sede le decisioni vengano informate dalle evidenze scientifiche e dalla situazione epidemiologica e non dallo spirito di emulazione di altri Paesi più “temerari”, dove peraltro hanno ripreso a crescere non solo i contagi, ma anche le ospedalizzazioni. In particolare, per ciò che riguarda il green pass, l’obbligo può decadere immediatamente dove il rischio di contagio è basso (all’aperto, in luoghi al chiuso poco affollati, ben ventilati e con breve permanenza), mentre dovrà essere mantenuto nei locali chiusi a rischio elevato; nelle situazioni a rischio intermedio può essere valutata l’abolizione del green pass rafforzato. L’obbligo di mascherina, al momento, deve invece essere mantenuto in tutti i luoghi al chiuso, tenendo conto sia della estrema contagiosità della variante omicron – in particolare della BA.2 – sia delle incognite relative all’entità della risalita della curva dei contagi e al suo potenziale impatto sugli ospedali».




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