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Xylella: “risulta estirpato ma è ancora lì e probabilmente ha infettato l’albero vicino” Consigliere regionale della Puglia denuncia, "ulivo fantasma"

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Di seguito un comunicato diffuso da Fabiano Amati, consigliere regionale della Puglia:

“C’è un albero infetto da Xylella in agro di Ostuni che all’Arif risulta estirpato e invece è ancora a dimora. Doveva essere estirpato dal 7 febbraio 2019, e probabilmente è stato fonte di inoculo per un albero vicino con infezione diagnosticata qualche settimana fa. È raccapricciante. Spero che entro e non oltre martedì possa essere abbattuto nella realtà e non sulla carta”. Lo dichiara il presidente della Commissione regionale Bilancio, Fabiano Amati.

“L’albero fantasma, abbattuto sulla carta ma a dimora nella realtà, si trova nel territorio di Ostuni al confine con Fasano”, prosegue Amati. “Il caso mi è stato segnalato nei giorni scorsi. Ho interpellato ieri gli uffici e mi è stato riferito l’abbattimento. Controllando poi sul campo la circostanza, è invece risultato che l’albero è ancora a dimora”.

“Ma il problema più grande – sottolinea – consiste nel fatto che la mancata estirpazione tempestiva è stata la causa probabile della successiva infezione su un albero della stessa zona, oggetto dei più recenti provvedimenti d’estirpazione. L’albero in questione, situato in agro di Ostuni al foglio 71, particella 8, è un caso emblematico delle modalità molto burocratiche con cui si affronta la questione del contenimento dell’infezione e dell’insetto vettore”.

“A volte si ha la sensazione – dice Amati – che siamo già passati alla fase della rassegnazione e che tutte le iniziative debbano rivolgersi solo alla pur giusta ricostituzione del patrimonio produttivo e paesaggistico, man mano che l’infestazione avanza. Ma spero di sbagliare. Perché mi pare assurdo – conclude – che nei nostri anni le fitopatologie debbano essere considerate alla stessa stregua di un flagello divino, dimenticando i grandi passi in avanti della conoscenza scientifica e tecnologica per contenere, nei limiti del possibile, la forza distruttiva della parte maligna della natura sul nostro paesaggio e sulle nostre pratiche produttive”.

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