L’assegnazione del fondo straordinario da parte della giunta comunale di Taranto ha suscitato la protesta della Cgil. Non si è tenuto conto dei sindacati, stando all’organizzazione.
Altra notizia di tipo sindacale da Taranto.
Di seguito il comunicato sindacale:
Il Protocollo Emergenza Covid dopo un mese di confronto con la Direzione Arsenale è allo stallo ed i tempi per la ripartenza sembrano allungarsi. Una situazione inaccettabile per la quale CONFSAL UNSA ha chiesto di avviare urgentemente la Contrattazione su Misure di sicurezza ed igiene che garantiscano lavorazioni in presenza e tutela della salute. Al momento sembra che la ripresa delle attività non sia tanto una questione organizzativa quanto legata ad una carenza di risorse che non consentono di assicurare a tutti i dipendenti la mascherina quotidiana e garantire livelli adeguati di pulizia e sanificazione per Uffici , Mensa , spogliatoi , servizi igienici ed Officine ad oggi escluse dagli appalti. CONFSAL UNSA chiede di riaprire tutte le attività dello Stabilimento navale di Taranto attraverso un programma che tuteli la salute dei lavoratori e la normale ripresa delle attività di manutenzione del naviglio. Non si può scaricare sui lavoratori il blocco della ripartenza.
Ad oggi sono solo duecento i dipendenti Arsenale che assicurano le attività integrata da una occasionale presenza di altre decine unità di personale a seconda delle necessità. Per scongiurare ulteriori ripercussioni negative , CONFSAL UNSA chiede una radicale inversione per riportare le attività alla normalità e in sicurezza. Rimangono delle perplessità circa l’individuazione dei cosiddetti lavoratori fragili che secondo la Direzione ad oggi ammonterebbero ad alcune decine di casi pur in considerazione di un’ampia platea di Arsenalotti ultra cinquantacinquenni e personale affetto da patologie come ad esempio e non solo gli ex militari transitati nei ruoli civili per motivi di salute. Secondo CONFSAL UNSA la ripresa con le dovute garanzie è possibile ma solo se il Ministero Difesa metterà a disposizione immediatamente risorse adeguate per mascherine , pulizia e sanificazione, un obiettivo ad oggi inattuato. Il rischio di non riuscire ad assicurare giornalmente le lavorazioni navali da parte delle maestranza pubbliche è concreto e questo potrebbe determinare l’esternalizzazione di attività non per non capacità di intervento ma perché la Marina è incapace di riprendere le attività per risorse carenti ad assicurare le lavorazioni in presenza degli operai. La paralisi dell’Arsenale di Taranto, il più grande d’Italia , è concreta , se non giungeranno le somme necessarie a garantire salute e igiene e che bloccano di fatto le manutenzioni navali con grave pregiudizio del ruolo pubblico dello Stabilimento.
La Segreteria provinciale CONFSAL UNSA
Ignazio BARBUTO – Cosimo GUALANO
FEDERAZIONE CONFSAL UNSA
Coordinamento Ministero della Difesa – Taranto