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Turismo estate 2018, Taranto: sostanziale tenuta negli arrivi Non ci sono battute d'arresto come in altre zone della regione

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Di seguito un comunicato diffuso da Confcommercio Taranto:

La retromarcia della Puglia turistica. Se ne è parlato molto in questi giorni, prefigurando scenari di drastico calo dei flussi turistici estivi – addirittura, secondo alcuni osservatori- più del 20%. Un rallentamento c’è, ma non è il caso di piangersi addosso, quanto piuttosto di fermarsi a riflettere su ciò che non va e ciò che si deve assolutamente ripensare. Ha ragione il presidente regionale di Federalberghi, Francesco Caizzi, quando precisa che un non esiste un caso Salento quanto piuttosto un caso Gallipoli e che riguarda soprattutto gli abusivi. Infatti, i dati che arrivano dal settore alberghiero sono in linea con i numeri dello scorso anno conferma Federalberghi Puglia, con alcuni distinguo per aree.

Taranto conferma il trend Puglia, il dato campione rilevato in questi giorni – attraverso un nostro veloce sondaggio- rileva ad oggi una sostanziale tenuta degli arrivi soprattutto nel capoluogo tarantino e nelle località a vocazione turistica della provincia, in linea con l’andamento dell’ estate 2017. In sostanza la stagione turistica estiva 2018 per la provincia di Taranto non dovrebbe registrare battute d’arresto; ciò non significa però che ci si possa considerare soddisfatti e che Taranto possa considerarsi una vera meta turistica.

Il territorio esprime grandi potenzialità, ma occorre mettere a sistema l’offerta, conoscere il prodotto, potenziare i servizi, migliorare le infrastrutture, creare un vero sistema di accoglienza, migliorare l’ accesso alle informazioni. Il cammino da fare è lungo, concordiamo con la impostazione data dalla Amministrazione comunale di Taranto, e con l’assessore allo Sviluppo economico, Valentina Tilgher, quando afferma che la promozione e lo sviluppo turistico del territorio deve partire da una analisi e da una conoscenza dell’offerta e dall’individuazione delle carenze. Parliamo dunque di programmazione e di pianificazione concertata con le categorie imprenditoriali, giacché se l’industria turistica deve essere una delle direttrici di sviluppo dell’economia del capoluogo e provinciale, complementare agli altri settori produttivi, non si può continuare a navigare a vista.

Crediamo che si dovrebbe mettere in moto il Distretto provinciale per il Turismo che di fatto esiste solo sulla carta, perché il distretto potrebbe essere il luogo del confronto tra pubblico e privato, della individuazione dei percorsi comuni per agevolare la crescita dell’offerta turistica.

La qualità è la condizione imprescindibile, ed è ovvio che laddove puntiamo alla crescita non può esservi posto per l’abusivismo, per la non qualità, per le strutture ricettive ombra. Perciò lotta senza se e senza ma al ‘turismo che non appare’, al sommerso.
Ben venga la integrazione della Legge regionale n. 49 del 2017 che introduce il codice identificativo di struttura ed un registro delle strutture ricettive non alberghiere.
Confidiamo in quella attività di controllo – come da noi più volte sollecitato- che fin ora non ha dato riscontri soddisfacenti in tutta la provincia di Taranto, ed in assenza della quale non può esservi l’auspicato salto di qualità.




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