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Siderurgico di Taranto, sciopero con presidio di una portineria Indetto da Usb che interviene anche in tema di call center

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Di seguito un comunicato diffuso dal sindacato Usb:

Arcelor Mittal. Sciopero e presidio USB davanti alla portineria C

Uno sciopero con presidio davanti alla portineria C dello stabilimento Arcelor Mittal per chiedere ancora una volta un intervento deciso da parte dello Stato. Il Governo al momento mostra di non avere una idea precisa di quello che va fatto; ne sono prova le dichiarazioni discordanti dei diversi Ministri sulla gestione della grande vertenza.
Nell’ennesimo incontro ministeriale ieri nessuna particolare novità, tranne la consapevolezza da parte del ministro Patuanelli sulla inopportuna, per usare in eufemismo, scelta di lasciare la fabbrica ad Arcelor Mittal. Patuanelli in realtà non ha usato mezzi termini nel definire questa decisione, fatta al tempo da Calenda. Ripetiamo fino allo sfinimento nell’ordine: allontanamento del gruppo franco-indiano, nazionalizzazione dello stabilimento, accordo di programma per messa in sicurezza dello stesso e riconversione del territorio.

Franco Rizzo coordinatore provinciale Usb Taranto

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Call Center. Usb: “System House convoca i sindacati per chiudere un accordo utile alle sue esigenze, mentre ignora le richieste dei lavoratori”

Si terrà il 7 Ottobre l’incontro unitario delle rappresentanze sindacali di System House – System Data Center. Non quello atteso dai lavoratori, però, sulla nuova organizzazione del lavoro che pesa su di loro da un mese e incombe con annunci di ulteriori peggioramenti, ma quello sulla registrazione delle telefonate della commessa Enel Energia, riguardo alla quale l’azienda richiede la stipula di un accordo.

Da un lato quindi, la RTI impone una profonda riorganizzazione degli orari di lavoro, ostentando indifferenza di fronte alla mobilitazione dei lavoratori, rinviando il confronto e continuando ad annunciare altri pesanti interventi. Dall’altro,  si affretta a convocare le loro rappresentanze per provare a chiudere un accordo sul controllo a distanza, mostrando apertamente l’idea di un sindacato funzionale ed asservito ai propri bisogni.

In queste settimane le lavoratrici e i lavoratori di SH/SDC hanno dimostrato grande determinazione, scioperando per oltre 10 giorni con l’obbiettivo di risolvere le profonde criticità che si sono abbattute sulle loro vite a causa della nuova organizzazione dei turni. Di fronte a questa crescente consapevolezza, la Rti continua tuttavia a voltarsi dall’altra parte (benché sia proprio quella combattività ad impedirle di portare a termine indisturbata tutti i provvedimenti che annuncia da mesi). E ora prova a mischiare le carte, mettendo sul tavolo del confronto un altro tema.

Di fronte a questo saremo inequivocabili: non è possibile siglare alcun accordo se prima non verranno affrontati e risolti i problemi di organizzazione del lavoro all’origine della mobilitazione dei lavoratori, se prima non verranno definitivamente abbandonati i propositi di esuberi, di modifiche unilaterali ai diritti individuali, di pausa non retribuita, finché non verranno superate le incertezze interpretative circa la maggiorazione per il lavoro festivo. Finché dunque non saranno date risposte concrete ai bisogni dei lavoratori.




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