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Arcelor Mittal: autotrasportatori Taranto “sul piede di guerra” Casartigiani

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Di seguito un comunicato diffuso da Casartigiani Taranto:

«La categoria degli autotrasportatori già fortemente danneggiata dal fermo delle attività a causa dell’emergenza epidemiologica da Coronavirus e vessata dai mancati pagamenti di ArcelorMittal, fa fatica ad andare avanti. I lavoratori sono esasperati. Non è escluso che se non avranno immediate risposte saranno intraprese ulteriori azioni».
È quanto ha riferito il segretario interprovinciale di Casartigiani Stefano Castronuovo nel corso della conferenza stampa organizzata all’ingresso del Termina Container, sulla Strada Statale 106, per denunciare le gravi criticità nella gestione dell’infrastruttura portuale.
Casartigiani Taranto negli anni ha sollecitato l’Autorità di Sistema alla risoluzione di diversi problemi logistici che limitano le attività degli autotrasportatori e suggeriva alcune proposte per rilanciare l’infrastruttura portuale:
Nello specifico, si chiede da tempo una rivalutazione dell’effettivo impiego dei rimorchiatori ed un’oculata verifica delle tariffe proposte; si suggerisce una gestione automatizzata degli accessi al fine di velocizzare l’attività degli organi di controllo ai varchi di uscita e di entrata; si consiglia l’adeguamento alla procedura standardizzata per i controlli finalizzati alla sicurezza dell’infrastruttura. Si consiglia inoltre l’adeguamento alla procedura standardizzata per i controlli finalizzati alla sicurezza dell’infrasfruttura secondo il Port Facility Security Plan {PFSP}. Ed ancora, considerati i tempi lunghi per l’ottenimento dell’autorizzazione e del rilascio permessi, si propone di snellire e di semplificare la procedura. Si fa notare poi, che i controlli di mezzi e merci che vengono movimentate nel porto non possono influire sui costi o sui tempi di consegna del trasportatore. Infine si sottolinea la mancanza, all’interno del Terminal Container, del servizio di pesa e l’ufficio controllo igienico-sanitario da parte di Asl Taranto per la verifica delle merci alimentari ed animali. Infine, si lamenta la mancanza di servizi igienici per autotrasportatori ed operatori: sapendo che i servizi igienici puliti e funzionanti sono un costo reale, si propone la valutazione del progetto Nette Toilette che sta prendendo sempre più piede in Europa. Un compromesso tra servizio pubblico e privato.
«I punti su riportati sono stati inviati per iscritto con nota del 24/06/2019 Al Presidente Sergio Prete e ai Componenti dell’Organismo di Partenariato della Risorsa Mare e presentati nello stesso organismo come risulta nei verbali. – fa sapere Castronuovo – A queste problematiche si aggiunge, il mancato rispetto delle professionalità imprenditoriali del territorio, da parte delle multinazionali che hanno deciso di investire nel Porto di Taranto. La società turca Yilport tramite la propria collegata San Cataldo Container Terminal Spa offre servizi di logistica integrata alle compagnie di navigazione porta container. Relativamente al traffico attivato dalla compagnia marittima CMA CGM , precisiamo che tale traffico è molto limitato alle funzionalità del Terminal di Taranto.
Il trasporto sul gomma alla data attuale – denuncia il segretario di Casartigiani – è affidato ad una società della provincia di Bari che in parte effettua i trasporti con propri mezzi e una parte la sub-veziona ad aziende di autotrasporto di Taranto trattenendo sulla tariffa pattuita con CMA una percentuale. Riteniamo questa operazione speculativa. I nostri autotrasportatori sono esasperati. Politica e istituzioni, ma anche la stessa multinazionale che opera sul territorio tarantino, dovrebbero assumere un comportamento solidale nei confronti delle aziende locali. Dovrebbe essere una loro priorità garantire l’ingresso di flussi economici sul territorio ove operano al fine di aumentare la domanda locale e implementare i traffici che ad oggi sono limitati rispetto a territori come Bari e Brindisi».
Casartigiani precisa che le richieste formulate non sono indirizzate alla società Yilport bensì alle compagnie marittime che gestiscono il traffico containers. Sottolinea inoltre l’importanza di «attivare sin da subito un protocollo istituzionale Nazionale e Locale con le Associazioni delle imprese tra cui quelle dell’autotrasporto per risolvere in tempi brevi i problemi del Terminal di Taranto e per creare un tavolo di incontro tra imprese locali e le multinazionali al fine di sensibilizzare le stesse a avviare rapporti commerciali diretti con le aziende del territorio senza intermediazioni. Sarebbe opportuno – aggiunge Castronuovo – un patto territoriale sociale a tutela delle imprese locali cosi come già effettuato con la clausola sociale applicata per i lavoratori dell’ex TCT».
In conclusione, Casartigiani lancia un appello agli spedizionieri locali «perché facciano squadra con gli autotrasportatori a tutela del territorio».




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