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Martina Franca: Enpa all’attacco del gestore del canile In un lungo comunicato, per arrivare all'affondo finale

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Annotazione personale, preliminarmente. Di rado si è conosciuta una persona più affezionata ai cani.

Però delle contestazioni si deve dare conto. Di seguito il comunicato diffuso dalla sezione Enpa di Martina Franca:

I randagi sul territorio di Martina Franca sono sempre tanti, troppi…il canile di Martina Franca è sempre troppo pieno. Le segnalazioni e le richieste di risarcimento danni tantissime. Spesso ci si chiede di chi sia la responsabilità, spesso ci si interroga su quali siano gli obblighi di asl e/o comune. E sempre più spesso i cittadini danno la colpa ai volontari accusandoli di fare poco o niente. FACCIAMO UN PO’ DI CHIAREZZA Sono di competenza dei Servizi Veterinari della ASL le attività di accalappiamento, di cui all’art. 6 L.R. 12/95, che vengono attivate esclusivamente su specifica segnalazione delle Amministrazioni Locali e/o delle Forze dell’ordine. Ovviamente l’amministrazione deve avere posti nei canili per poter autorizzare l’accalappiamento. I volontari poi devono far adottare i cani presenti in canile e/o quelli recuperati sul territorio. Le Linee Guida Attuative dell’art. 2 della L. 281/91 e degli artt. 6 e 8 della L.R. 12/95 in materia di prevenzione del fenomeno del Randagismo stabiliscono quali sono le competenze sanitarie a carico del servizio veterinario: a) b) c) d) e) f) g) h) i) j) Visita clinica; Identificazione e registrazione in anagrafe; Adempimenti amministrativi (cartella clinica, certificazioni, etc.); Gestione anagrafe canina; Prelievi diagnostici per la diagnosi di Leishmaniosi, ehrlichiosi, borreliosi e di eventuali altre malattie emergenti; Trattamento antiparassitario nei confronti dell’echinococcosi; Trattamento profilattico antirabbico; Trattamenti profilattici delle principali malattie infettive trasmissibili cimurro, tosse dei canili, parvovirosi, Leptospirosi) e malattie parassitarie (nematodi gastrointestinali e parassiti della cute); Sterilizzazione chirurgica dei soggetti catturati; Eventuali accertamenti necroscopici di competenza.

Tutto cio’ dovrebbe essere eseguito sui randagi accalappiati che poi verranno ricoverati nel canile sanitario. Per i cani ricoverati nel rifugio le cure sanitarie e la profilassi spettano al comune che dovrebbe effettuarle tramite contratto col gestore che a sua volta dovrebbe incaricare un medico veterinario. Il gestore dovrebbe mantenere in vita gli animali in condizioni igienico-sanitarie ottimali e fornire e somministrare i medicinali e quant’altro prescritto dall’autorità veterinaria competente I volontari dovrebbero far adottare i cani del canile e del territorio. Questo e’ come dovrebbe essere. MA VEDIAMO INVECE QUAL’E’ LA REALTA’. La asl in fase di accalappiamento si limita ad effettuare le vaccinazioni e le sterilizzazioni previo ricovero dell’animale presso il canile sanitario. (non vengono eseguite analisi per leishmaniosi ed erlchiosi) Questi cani negli anni sono passati nel rifugio dove si sono ammalati e molti di loro sono invecchiati. Ebbene, questi esemplari non hanno diritto a ricevere visite veterinarie, analisi e cure. La maggior parte di loro è malata ma questo nessuno lo sa! E sono quasi tutti malati di leishmaniosi ma questo non importa a nessuno…tanto sono vecchi. Tuttavia, quando i volontari devono far adottare un cane adulto e, ciò avviene normalmente fuori regione, vengono richieste analisi per leishmaniosi ed erlichiosi, trattamento antiparassitario, sverminazione e vaccinazione! E si, perché’ questi sono obbligatori per legge…..peccato che quest’obbligo incombe sui volontari che devono far adottare i cani e che devono farsene carico totalmente dal punto di vista economico. Sul territorio sono presenti due associazioni i cui volontari hanno decine di cani (cuccioli e adulti) in stallo per i quali sono a loro esclusivo carico: sverminazione, antiparassitario, visita veterinaria, vaccinazione e microchip! Quindi, sarebbe lecito concludere che i volontari si fanno carico di obblighi ed incombenze che spetterebbero per legge alle istituzioni? Ma le domande più importanti che occorre porsi sono le seguenti : – – – Come mai tutti i cani presenti nel canile sanitario non ricevono quanto prescritto dalla legge? Come mai tutti i cani del canile rifugio non hanno una scheda clinica, ne’ vaccinazione annuale ne’ visite veterinarie ne’ analisi ne’ trattamenti antiparassitari ne’ farmaci adeguati alle proprie patologie? Come mai i volontari che intendono far adottare un cane devono farsi carico di tutto quanto invece sarebbe a carico di asl e/o gestore?

Ad oggi, tutti i cani fatti adottare dai volontari sono arrivati a destinazione in condizioni sanitarie pessime e, sono tanti gli adottanti disposti a testimoniare raccontando la propria esperienza. Tumori, artrosi, otiti croniche, leishmaniosi, cecità, infezioni ecc ecc….. Queste persone fantastiche li hanno curati amorevolmente ed ora hanno una vita dignitosa. Ed è grazie a loro che sono salvi. Ma, tutti gli altri? Questi cani si sono ridotti così durante le gestioni che si sono susseguite negli anni. E non sarebbe forse legittimo chiedersi come vengono gestite le migliaia di euro che il comune corrisponde mensilmente al gestore per il “mantenimento in vita degli animali in condizioni igienico sanitarie ottimali e per la somministrazione dei medicinali”? E come mai non viene effettuato nessun controllo a riguardo da parte del servizio veterinario della asl? Forse sarebbe ora di prendere dei provvedimenti in tal senso.

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