Chi, italiano, negli anni-decenni scorsi non ha quanto meno sorriso dei giapponesi, magari visti in una foto sul giornale, perché portavano le mascherine? Diciamocelo con onestà: quasi nessuno. Gente proprio strana, no?, con quella specie di museruola.
Poi, da una quindicina di mesi in qua, è toccato a noi. Anzi è toccato a tutto il mondo fra cui noi. Con i soliti saccenti del nulla pronti a protestare perché non erano necessarie. E con quel profeta vero che, nell’indifferenza generale, disse abituiamoci a portarle come si portano le scarpe.
Ecco, oggi dopo una quindicina di mesi decade l’obbligo di portare la mascherina all’aperto. Non quello di portarla con sé né l’obbligo di indossarla, in presenza di assembramenti.
Ma per quanti, quell’autentico salvavita è ormai diventato irrinunciabile, anche a costo di rinunciare ad un sorriso visibile dall’interlocutore che si incontra in strada? Forse per più persone di quante non si pensi. Intanto, per ora, grazie cara, silenziosa, fedelissima mascherina. Ci hai salvati.
Ridevamo dei giapponesi.