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Taranto: vento, si sollevano le polveri della discarica a cielo aperto nello stabilimento siderurgico e vanno verso i Tamburi (e non solo) La denuncia di Luciano Manna, VeraLeaks

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Scrive Luciano Manna, VeraLeaks:

Questo è ciò che accade a Taranto. Chi tutela la nostra salute? Le polveri che provengono dall’area grf dello stabilimento di Taranto ex Ilva gestito da ArcelorMittal. In questa discarica a cielo aperto, che si trova al centro dello stabilimento, vengono scaricate per terra le scorie delle acciaierie, rifiuti speciali che sottoposti alle intemperie causano il sollevamento del particolato nocivo che poi arriva nelle case del quartiere Tamburi, e non solo, anche Borgo e Paolo VI, nonostante la copertura dei parchi minerali sia quasi terminata.

Le autorità competenti dovrebbero impedire che queste polveri vadano a depositarsi sui balconi e sugli indumenti stesi dei cittadini o che vengano direttamente inalati, respirati. Il particolato fine, quello al di sotto del PM10 e del PM2.5, se respirato entra in circolo nel sangue tramite i polmoni. Tutto ciò rappresenta una vera e propria violazione dei diritti fondamentali dell’uomo, un rischio concreto per la salute pubblica oltre al getto pericoloso di cose.

Il sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, dovrebbe intervenire immediatamente esercitando le sue funzioni di Ufficiale di Governo e di Autorità locale sulle emergenze sanitarie ma sino ad oggi ha omesso di adottare provvedimenti contingibili ed urgenti al fine di prevenire ed eliminare i pericoli rappresentati dalle emissioni della fabbrica gestita da ArcelorMittal mentre, allo stesso tempo, dimostra di avere piena conoscenza delle criticità ambientali relative allo stabilimento ex Ilva perché lo dimostra nei comunicati stampa emessi negli ultimi giorni e negli ultimi mesi. Ma come ben sappiamo la salute dei cittadini non si difende con i comunicati stampa.

Il sindaco di Taranto, in una ordinanza risalente proprio a ieri, dà trenta giorni di tempo perché siano eliminate le fonti inquinanti che provocano il superamento dei livelli-limite, pena lo stop all’area a caldo dello stabilimento siderurgico.




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