Di Francesco Santoro:
Batte la sindrome emolitico uremica tipica (Seu) dopo un calvario lungo quattro mesi. La storia di speranza e coraggio arriva da Bari e ha visto protagonista un bambino di soli 5 anni. A raccontare la vicenda è la direzione generale del Policlinico della città capoluogo. Il bimbo, «sottoposto a intervento chirurgico per la perforazione dell’intestino e intubato con ventilazione meccanica per una polmonite virale», dopo una «lunga degenza in Nefrologia e con l’assistenza dell’intero ospedale», ha avuto la meglio sulla malattia. «Dovrà adesso affrontare un percorso di riabilitazione per poter riacquisire tutte le funzionalità- fanno sapere dal Policlinico-. Il piccolo paziente, arrivato a luglio nell’ospedale pediatrico “Giovanni XXIII” con la diagnosi di sindrome emolitico uremica da batterio escherichia coli, è stato appena dimesso. Il suo è stato un percorso lungo e complicato che ha coinvolto le unità operative di Nefrologia e Terapia intensiva pediatrica con il supporto degli specialisti di Neurologia, Chirurgia, Radiologia, Malattie infettive, Riabilitazione, Laboratorio, Otorino e Gastroenterologia. Praticamente quasi tutto l’ospedale pediatrico».
Il direttore dell’unità di Nefrologia e Dialisi pediatrica del “Giovanni XXIII”, Mario Giordano, parla di «caso particolarmente severo di Seu che ci ha messo duramente alla prova. Medici, infermieri e operatori sanitari si sono dedicati a lui: lo abbiamo stimolato in tutti i modi sia con le terapie sia con la musica – prosegue Giordano-. Purtroppo la Seu è una malattia multisistemica che può coinvolgere oltre ai reni anche altri organi come cervello, intestino e pancreas e avere conseguenze gravi».
