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Da Leporano alla Cina, dove rimane: il dirigente d’azienda racconta le ansie per il corona virus e critica la psicosi Mario Pavone approva il governo asiatico per come fronteggia l'emergenza, attacca "dichiarazioni assurde" nei confronti dei cinesi

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“Ho 26 anni, sono nato a Taranto e ho sempre vissuto a Leporano prima di andare all’università a Venezia (Ca Foscari) per studiare cinese. Vivo a Shenzhen da tre anni e attualmente sono il Vice Presidente della CHD International Hotel Design Firm, un’azienda che si occupa di progettazione di interni per hotel a 5 stelle (Hilton, IHG, Marriott, Hyatt ecc),conta all’incirca 150 dipendenti tra architetti e designer e abbiamo un fatturato di circa 12 milioni di euro l’anno solo di progettazione. Sono anche il Vice Pesidente dell’associazione europea OpenGate China con sede a Padova che si occupa della promozione degli scambi culturali e commerciali tra Cina ed Italia.” Si presenta così Mario Pavone. Parla della sua esperienza in Cina e della situazione attuale.

“Corona virus in Cina: la vita quotidiana, come ben immaginabile, è stata completamente stravolta. C’è pochissima gente in giro, vivo in una città (Shenzhen, distante circa mille chilometri da wuhan) da circa venti milioni di abitanti e le strade sono quasi completamente vuote. Per uscire la mascherina è obbligatoria, non si puo entrare nei supermercati o nei mezzi di trasporto se non la si indossa. I controlli della temperatura corporea sono letteralmente ovunque. Per la maggior parte le aziende sono chiuse, compresa la mia. Si doveva tornare a lavoro dopo il capodanno cinese il 3 di febbraio, ma adesso la ripresa dei lavori è stata posticipata al 17. Molti uffici e molti dipendenti hanno riaperto ma lavorando da remoto (da casa). Adesso da pochi giorni qui a Shenzhen, si può uscire solo una volta ogni due giorni per andare a fare la spesa o le proprie faccende; chi lavora, una volta al giorno. Questo per ridurre la possibilità di diffusione del virus.”

Prosegue Pavone: “la situazione è grave ma è controllata benissimo dal governo cinese. Vedo molto più panico e frenesia negativa nei media internazionali che qui in Cina. Se dovessi dare un voto a quello che il governo cinese ha fatto e sta facendo darei un 10 e lode. Ha letteralmente chiuso una regione che per numero di abitanti è superiore all’Italia intera, ha costruito due ospedali in dieci giorni, sta portando avanti una campagna di informazione su come combattere il virus e su come prevenire la malattia a 360 gradi, attraverso tutti i canali. C’è paura? La Cina è sicura? Un po’ di paura c’è ma, per quanto mi riguarda, è semplicemente poco più che una normale preoccupazione. La Cina è sicuramente meno sicura che il resto del mondo ma io non sono venuto in Cina solo per sfruttarla dal punto di vista economico. Come ho detto in un video che ho registrato alcuni giorni fa e che ha avuto parecchio successo n Cina, sono venuto per viverla nel buono e nel cattivo tempo. Devo molto alla Cina dal punto di vista personale e lavorativo: per rispetto alla Cina, al mio partner, ai miei dipendenti e ai miei clienti ho deciso di restare.”

Aggiunge “un piccolo pensiero personale: sono rimasto veramente sbalordito dalla reazione che ha avuto il resto del mondo al corona virus. Razzismo e denigrazione nei confronti dei cinesi. Gente che afferma che adesso bisogna sfruttare l’occasione e approfittare delle difficoltà economiche della Cina per far riprendere l’economia della propria nazione. Dichiarazioni assurde. Se l’Italia o qualsiasi altro Paese a livello economico è indietro rispetto alla Cina è solo colpa nostra e in aggiunta non è bello godere di una disgrazia perché più di mille persone hanno perso la vita.

Amo l’Italia e in Cina faccio di tutto per dare dell’Italia l’immagine di eccellenza mondiale che ci spetta ma in questo caso il nostro governo, purtroppo, ha solo fatto un’ennesima gaffe con i nostri connazionali a Wuhan. Il presidente Mattarella poi ha cercato di riparare fortunatamente, anche perché il 2020 è l’anno in cui ricorrono i 70 anni di rapporti diplomatici tra Italia e Cina e quindi anno in cui dovremmo sfruttare al massimo questa relazione.”

Infine una riflessione. “In Cina i pagamenti sono per il 99 per cento tramite telefonino, quindi senza cash, banconote. Se il focolare del Virus fosse stato in Italia, il virus sarebbe ovunque solo tramite lo scambio di banconote e sarebbe difficile da controllare. Tutto il mondo deve ringraziare la Cina per lo sforzo che sta facendo.”




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