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Generali, novità in vista sul fronte CFD?

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Alcuni quotidiani italiani (soprattutto quelli economico finanziari come Il Sole 24 Ore e Milano Finanza) riferiscono che il consiglio di amministrazione di Generali in vista di un meeting programmato per poter esaminare i risultati del secondo trimestre e della prima metà del 2018, potrebbe decidere per un rimpasto del top management in vista della presentazione del nuovo business plan, in programma per il prossimo 21 novembre a Milano.
In particolare, secondo quanto afferma il quotidiano Il Sole 24 Ore, il ruolo di Frédéric de Courtois, Group CEO Global Business Lines & International, che ha ottenuto ottimi risultati nel riposizionamento geografico del gruppo (circa 1,5 miliardi di euro di liquidità dalle cessioni delle attività non-core già annunciate – escludendo Generali Leben – contro 1 miliardo di euro preventivati) dovrebbe essere rafforzato con l’attribuzione della divisione finanziaria. A questo proposito, la stessa fonte riporta che Cristiano Boarean, attualmente CFO di Generali France potrebbe essere nominato nuovo CFO.
Almeno per il momento, mentre scriviamo dando uno sguardo all’andamento di Borsa italiana in tempo reale gli effetti sui titoli societari sono abbastanza modesti, con il gruppo assicurativo che quota intorno a 15,07 euro, in calo di 0,8 punti percentuali rispetto alla chiusura di ieri.
Per gli analisti, in vista della riunione del consiglio di amministrazione e dell’uscita dei risultati del secondo trimestre, la visione è tendenzialmente positiva. Per quanto riguarda il nuovo piano industriale, gli osservatori evidenziano come in un’intervista riportata dal settimanale Affari & Finanza (La Repubblica) a maggio, l’amministratore delegato Donnet aveva indicato le linee guida principali del gruppo nell’ottimizzazione finanziaria, nella crescita degli utili e nell’investimento delle risorse accumulate durante la fase di turnaround industriale 2015-18 (essenzialmente, in crescita organica ma anche con uno sguardo a potenziali opportunità di crescita esterna in Europa, Asia, Argentina e Brasile).
A proposito di dati di periodo, Azimut ha pubblicato quelli del secondo trimestre, che sono risultati mediamente essere superiori alle aspettative di mercato, con utile netto di 46,1 milioni di euro contro 27,5 milioni di euro stimati, principalmente a causa di costi di distribuzione inferiori a quelli previsti (beneficiando anche di un periodo di ammortamento più lungo per i costi di acquisizione, consentito dall’IFRS 15).
Per quanto concerne i principali elementi positivi che sono emersi dalla giornata, c’è sicuramente un interessante andamento del rendimento da dividendi (7,1% nel 2018, secondo le ultime stime), mentre viene una significativa ponderazione delle commissioni di performance (quasi il 60% dell’utile netto nelle stime del 2020 contro una media di circa il 30% per Banca Generali e Banca Mediolanum) e la mancanza di informazioni sui contributi di P & L dall’estero (che attualmente rappresentano ca. 25% del patrimonio totale dei clienti) sono questioni sicuramente da approfondire per gli analisti di mercato.
A questo punto, l’attenzione dei trader sulla Borsa italiana si sposta nei confronti delle prestazioni delle altre società quotate, che in queste ore stanno pubblicando le proprie trimestrali. Vedremo quali saranno i riscontri di periodo, e quali società sapranno stupire o meno il mercato.




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