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Ilva di Taranto, la vertenza di cui si parla meno: quella dei lavoratori dell’indotto Ritardi nei pagamenti degli stipendi, contratti sconvenienti perché iniziano a subentrare quelli multiservizi, incertezza per il futuro

ilva taranto da strada

Nel giorno dell’interruzione della trattativa, un sindacalista spiega la situazione.Quella dell’Ilva in generale, i rischi che adesso si corrono. Poi, nello specifico, parla dell’indotto. Se ne parla poco, troppo poco, dice. Indotto Ilva: decine e decine di aziende impegnate nel siderurgico di Taranto, centinaia o migliaia di dipendenti complessivi.

Che rischiano di diventare una sorta di lavoratori di serie B: esempio, i dipendenti del colosso siderurgico vengono tuttora retribuiti con regolarità, anche nella gestione commissariale. Quelli dell’indotto, causa i crediti da decine di milioni di euro complessivi vantati e non riscossi, si sono visti pagare gli stipendi in ritardo o in parte, con parti cospicue degli emolumenti pagate molto a singhiozzo. Poi c’è una pratica che non è molto bene accetta: la natura stessa dei contratti, stando a ciò che va prendendo piede. Contratti della fattispecie multiservizi, che si possono applicare (ad esempio) nel settore delle pulizie civili ma non per quelli delle pulizie industriali e che vengono invece applicati perché meno onerosi per le aziende. Insomma, soldi a rilento, garanzie non eccezionali, una categoria che p quasi la serie B rispetto alla vertenza principale e sullo sfondo, l’incertezza per il futuro, anche prossimo. Che riguarda tutti, figurarsi chi, in un contesto del genere, è un po’più debole.




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