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A Taranto la prima Pinacoteca di Opere Ospiti? Proposta al sindaco la scorsa estate

taranto facciata comune

Di Augusto Ressa*:

Eike Schmidt, direttore delle Gallerie degli Uffizi di Firenze in occasione del recente incontro in diretta streaming organizzato dalla direttrice del Museo Storico e Parco Miramare, che ha affrontato la condizione dei Musei nell’attuale periodo di pandemia, ha parlato fra l’altro delle tante opere d’arte che rimangono nascoste nei depositi. Trovo particolarmente interessante il passaggio in cui afferma che “Non è eticamente corretto che migliaia di opere d’arte, fatte per essere viste, restino  nei depositi dei grandi musei, meglio pensare di portarle nei piccoli musei del territorio, così come stiamo facendo in Toscana con gli Uffizi Diffusi”. Tale posizione trova quindi un autorevole sostegno alla mia proposta già formulata all’Amministrazione Melucci nell’ agosto 2020, riferita alla volontà di istituire a Taranto una Pinacoteca Comunale.  In quella occasione ponevo fra l’altro in evidenza che la città non dispone di una collezione di dipinti, né di opere singole, tali da giustificare l’organizzazione di un circuito espositivo museale, pur segnalando la possibilità di dare giusta collocazione in un unico contesto, ad esempio,  alle tele dipinte di Domenico Carella schiodate dai soffitti dei palazzi settecenteschi della Città Vecchia. Ma queste tele da sole non possono rappresentare il contenuto di una vera e propria Pinacoteca. Pertanto suggerivo di costituire a Taranto la prima Pinacoteca con esposizione temporanea di opere conservate nei depositi dei Musei statali. Con il sostegno del Ministero della Cultura (MiC) si potrebbe ottenere la custodia temporanea dei dipinti dei quali non è possibile, nelle sedi d’origine, garantire l’esposizione permanente. L’intervento di Schmidt, e la sua azione concreta per la realizzazione di un museo diffuso nel territorio toscano, pone in evidenza che la proposta per Taranto, opportunamente articolata ed esposta, possa acquisire un adeguato sostegno culturale e politico, al punto da costituire un’iniziativa per la quale la nostra città potrebbe fare da apripista a livello nazionale. Attraverso la formazione di un comitato tecnico scientifico costituito da figure di alto profilo e  di riconosciuta competenza, Taranto potrebbe formulare un programma triennale di esposizione di opere, di volta in volta  con temi specifici, selezionando nel panorama nazionale i dipinti più pertinenti custoditi nei depositi. Si potrebbero così accogliere per un lasso di tempo prefissato le opere provenienti dai musei italiani, curandone l’esposizione e la  valorizzazione.  Il Comune di Taranto potrebbe farsi carico, ove necessario, del restauro  di dette opere  anche con l’istituzione di un fondo dedicato agganciato all’ART BONUS, ed allestendo all’interno della stessa pinacoteca uno specifico laboratorio, se non una vera e propria scuola.

Taranto inaugurerebbe il primo museo delle “Opere Ospiti”,  in continua trasformazione,  consolidando l’immagine di una città aperta all’esterno,  allo scambio culturale, “Porto delle Arti”, dotandosi di un ulteriore,  straordinario attrattore, legato anche al brand dei grandi  musei nazionali.

*architetto

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




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