Il consigliere regionale della Puglia ha chiesto lumi. Di questo genere. Poiché in una presa di posizione del responsabile di Peacelink si fa riferimento a seicento bambini tarantini nati con malformazioni e poiché organi di stampa hanno riportato la notizia non nella sua interezza e poiché ancora non è ravvisato dall’autorità sanitaria un livello di rischio, mi si chiarisce la situazione?
Una domanda legittima.
Bene: a Gianni Liviano, consigliere regionale della Puglia sono arrivati insulti, anche pericolosi, via social network. Va bene contestarne la presa di posizione ma, ad esempio, “i maledetti assassini vogliono sterminarci tutti e vanno eliminati anche con la forza”, cos’è?
Gianni Liviano aveva scritto:
“600 BAMBINI nati deformi in questi ultimi anni”. Certo è un titolo ad effetto e fa rabbrividire. Venerdì mattina telefono alla Asl e mi dicono che a loro Non risulta ma che faranno verifiche . Allora mando un’email via pec e Chiedo di avere dati precisi. Basterebbe un bambino nato deforme a causa Ilva. Uno solo non 600. Ma la domanda è: “È VERO ?” Esiste un nesso di causalità acclarato ? Quanti bambini nascono deformi nelle altre città ? Quali sono le percentuali rispetto al numero dei bambini nati ? . .. In attesa di questi dati Vi confesso che: 1) Se i dati sono quelli anche io andrò ad incatenarmi vicino all’Ilva per chiederne la chiusura 2) Se però cosi non fosse (cioè se questi dati Non dovessero rispondere a verità) sporgerò denuncia contro ignoti per PROCURATO ALLARME alla città.
E ancora:
A TARANTO sono nati 600 bambini deformi dal 2002 al 2015 su 25.853 bambini nati da madri residenti (percentuale 2.32%). In Europa la percentuale è 256 ogni 10.000 bambini nati (percentuale 2.56%) (fonte eurocat-network.eu) Quindi a Taranto nascono MENO bambini deformi della media europea. Questo nulla toglie all’inquinamento che evidentemente è fortissimo in città ma non abbiamo bisogno né di sensazionalismo malato di protagonismo né di politici che inseguono solo il consenso e l’emotivita della piazza.
Da qui si ritiene che essere sotto la media non è certo motivo per non denunciare le cose. Si ritiene anche che il dibattito va fatto nel rispetto delle posizioni altrui, anche e soprattutto quando mettono in discussione tesi senza farsi problemi sul grado di (im)popolarità che ciò possa portare.