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“Percorsi dell’Anima in Valle d’Itria” Libro di Giovanni Miali

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Di Agostino Convertino:

La lingua martinese individua, mirabilmente, la sensazione che si può provare in giornate uggiose e tristi ed induce alla ricerca di tenerezza tra le braccia del partner: timpә d’accûcchjә. Ma in tempo di corona-virus la romantica espressione idiomatica può risuonare quasi come una bestemmia. Ed ecco che in nostro soccorso si presenta l’amico di sempre, discreto e in gran forma (alla faccia di chi lo dava per spacciato): un buon libro come l’ultimo del martinese Giovanni Miali, Percorsi dell’Anima in Valle d’Itria, edito da Nuova Palomar ed acquistabile on-line sul circuito IBS (alla faccia del virus). E’ un’opera bilingue (italiano-inglese) che lo rende ideale anche per il viaggiatore che vuole comprendere un unicum davvero irripetibile (è la sola valle al mondo costellata dai trulli) che comincia a far parlare seriamente di sé. Certo, libri sull’antica Odegitria ce ne sono molti e ci sono tantissimi bravi fotografi ma realizzare un’opera che vanti il passo narrativo di una puntata di National Geographic è tutt’altra storia. Il percorso si snoda, amichevole e caldo, tra l’incanto, il cibo, le feste popolari, i Festival e la Bellezza dei tre comuni della Valle d’Itria in una efficace alternanza di fotogrammi e stati d’animo profondissimi. Giovanni Miali è uno scrittore-ninja che come gli antichi guerrieri giapponesi è capace di mimetismi impossibili ed effetti speciali sorprendenti. Infatti non lo vediamo ma è presente in ogni immagine, pensiero, ricetta, manifestazione culturale e concetto architettonico citati per averli vissuti in prima persona. E li racconta, come narratore coinvolto, dal punto di vista dell’anima e non certo all’altro capo di un qualunque teleobiettivo. Se Giovanni Miali ti deve mostrare la foto di un piatto di cicorie in brodo non ricorre ad un’orgia di megapixel: chiama in causa una vecchia foto dei suoi bellissimi genitori che, in pochi centimetri quadrati, sanno raccontare la dignità di un popolo, le sue ferite mai definitivamente rimarginate (l’immigrazione di ieri e di oggi), le sue tradizioni e l’enorme patrimonio culturale lasciato alle generazioni future. Fatalmente, i nomi dei due sposi sono Martino e Comasia! What else? Percorsi dell’Anima in Valle d’Itria è un’opera che non si dispone in compartimenti stagni per spiegare le infinite sfaccettature dei luoghi e delle genti valligiani ma si offre come una elegante suite di stanze comunicanti che conducono verso un unico punto d’uscita. A mezzo secolo esatto dal passaggio di Cesare Brandi, una intrapresa culturale di questo peso (ben 210 pagine zeppe di dati, racconti e immagini) deve incarnare una funzione precisa che tenga conto da un lato delle numerose violenze subite dall’antica Odegitria e dall’altro della situazione di questo millennio. E’ uno stargate gestito con maestria da Giovanni Miali, tra l’altro eccellente agronomo che sa bene quello che dice, che mette in comunicazione due epoche per farle dialogare tra loro.

 

 

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