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Taranto: “Class Epistula”, da un equivoco a un film sulle piccole e grandi incomprensioni Stamani il film al Bellarmino

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Di seguito il comunicato:
Giovedì 13 luglio, alle ore 10, nel cinema Bellarmino di Taranto, si terrà la prima del cortometraggio Class Epistula, prodotto dalla cooperativa sociale Spazi Nuovi e diretto da Raffaele Zanframundo. Il testo originale è di Francesco Vinci, utente del centro diurno Basaglia, che è una delle strutture gestita da Spazi Nuovi. Alla prima hanno assicurato la loro presenza il direttore generale dell’Asl di Taranto, Stefano Rossi, la direttrice del dipartimento di salute mentale di Taranto Maria Nacci, il presidente Legacoop Puglia Carmelo Rollo.
Il corto è stato ispirato a un fatto realmente accaduto, da una strana lettera che nel 2015 arrivò nel centro. “L’episodio – spiega Antonella Caldarulo, presidente della coop. Spazi Nuovi – prima disorientò gli utenti ma poi li portò a sublimare il fatto, a immaginare con l’aiuto degli operatori uno spettacolo teatrale”. Dal teatro al cinema il passo è breve. “Un utente, Francesco Vinci, pensò allora di scrivere la sceneggiatura che oggi è diventata il cortometraggio che presenteremo giovedì 13 luglio”. Gli attori, quasi tutti utenti delle diverse strutture gestite dalla cooperativa, sono stati diretti dal regista e attore pugliese Zanframundo. Tra i protagonisti anche l’attrice teatrale Venere Rotelli. Vinci prende spunto dalla lettera per raccontare grottescamente e non senza una punta di ironia le liti condominiali e le controversie immobiliari. In questo modo, il film diventa uno specchio in cui tutti, proprio tutti noi che almeno una volta nella vita abbiamo avuto a che fare con le riunioni di condominio e le beghe di vicinato, possiamo vedere riflessa la nostra immagine. “Spesso – scrive il regista – nel tentativo di sciogliere un nodo, ci avvitiamo in una matassa più complessa, più ardua da districare. L’equivoco, appunto, è uno degli effetti collaterali di una comunicazione imperfetta, di un incidente frastico, di un malinteso. La leggerezza, intesa nell’accezione calviniana del termine, è stato lo strumento di un atto creativo – terapeutico, il metodo e, infine, la peculiare cifra espressiva e artistica di questo prodotto filmico”.
Il film ironico, agrodolce come la vita, ovviamente rimanda a un mondo che si conosce poco, quello del disagio psichico. E nel panorama pugliese la cooperativa Spazi Nuovi è una di quelle che ha colto subito gli aspetti rivoluzionari della legge 180/78 che chiuse i manicomi. “Nel 1984 – racconta Antonella Caldarulo – aprimmo le prime case alloggio per ospitare donne e uomini che, di fatto, erano rimasti segregati per anni, alcuni per decenni, nei manicomi italiani.  Non fu semplice. La società, la politica erano impreparati al cambiamento così epocale innescato dallo psichiatra triestino che diede poi nome alla legge”.
Da allora, in 33 anni, la cooperativa è cresciuta nelle provincie di Bari e Taranto, sviluppando una competenza specifica nella progettazione e gestione diretta di strutture di riabilitazione psichiatrica ( 18 sedi tra comunità terapeutiche, comunità alloggio, centri diurni e gruppi appartamento). Oggi è una realtà intorno alla quale ruotano centinaia di pazienti l’anno e che dà impiego a circa 150 operatori, tra soci della cooperativa e dipendenti.
Hanno preso parte al film ed è giusto citarli tutti, Sergio Sussanj, Antonio Rondinelli, Kala Semidai, Vito Accettura, Antonella Pepe, Giusy Cavallone, Aristotile Marella, Gaetano Lomele, Nicola Pepe, Germana Andrenucci, Gianni Benefico.




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