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#Weekhero – Martino Cassano, che fondò il Corriere delle Puglie cioè la Gazzetta del Mezzogiorno L’eroe della settimana\Ogni sabato alla ricerca di un eroe che ci ricordi che a volte un atto eroico consiste semplicemente in un cambio di prospettiva

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Di Angela Maria Centrone:

Questa settimana l’eroe scelto è Martino Cassano, giornalista pugliese che fondò nel 1887 il Corriere delle Puglie, ovvero l’attuale Gazzetta del Mezzogiorno, che in questo periodo naviga in cattive acque. Proprio oggi è il giorno della campagna #iostoconlagazzetta, volta a sensibilizzare l’opinione pubblica e a salvare la storica testata. 

Martino Cassano era un giovane ventiseienne, di natali baresi, quando una delegazione di commercianti concittadini, lo raggiunse a Roma, città nella quale si era trasferito per motivi professionali, per proporgli di tornare in Puglia a dirigere un quotidiano. Correva l’anno 1885 e le recenti vicende storiche e politiche avevano suscitato un tale fermento che il Mezzogiorno pullulava di testate, che però, data la mancanza di fondi e la scarsissima alfabetizzazione (il 70% della popolazione era analfabeta), avevano vita difficile e breve. Cassano, nonostante le difficoltà, accettò la sfida, ma una volta rientrato il progetto iniziale non si concretizzò, a causa degli elevati costi che comportava la stampa giornaliera di un quotidiano. Tuttavia, il giovane giornalista decise comunque di restare nella terra natìa e andare avanti, fondando dapprima un settimanale che, due anni dopo – il 1° novembre 1887 – si trasformò in quotidiano: il “Corriere delle Puglie”. La diffusione e il successo del giornale – che vide ben trentasette anni di storia di Puglia e d’Italia, prima di essere trasformato nel 1924 nell’attuale Gazzetta, prima “di Puglia”, poi “del Mezzogiorno” – si deve sicuramente al suo direttore, Martino Cassano: una penna immediata, diretta e graffiante. Il suo giornale raccontò e testimoniò la Questione Meridionale, con riguardo per i contadini e gli operai, la Prima Guerra Mondiale, avendo a cuore le famiglie dei soldati al fronte, e pressò con fervore perché si arrivasse finalmente alla costruzione dell’Acquedotto Pugliese. Cassano fu un grande giornalista e un uomo che amò profondamente la sua terra, in tempi in cui essere entrambe le cose non era facile e dirigere un giornale era – incredibilmente – assai più aspro di oggi. Il suo nome è legato anche ad un episodio, quasi leggendario, in cui dovette regolare una querelle che riguardava uno scambio di critiche e offese con un altro giornale, sfidandone a duello il direttore. I due ne uscirono entrambi feriti e la questione si ritenne chiusa. Questo dovrebbe farci riflettere sulle grandi conquiste dei nostri tempi, sui privilegi di cui godiamo e che spesso dimentichiamo. Conquiste che dobbiamo proteggere e onorare vigilando sul nostro territorio e cercando di migliorarlo.

In fondo, già all’epoca, anche Martino Cassano era un “cervello in fuga” e già, parlando delle classi dirigenti le descriveva così: “Sono al limite della violenza, si perdono nel dilaniarsi, nel demolirsi, nel rovinare stime e reputazioni, nel dare spettacolo di miserie morali.” E non esisteva Facebook.

(immagine tratta dalla rete)




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