
Il 45enne D’Aggiano (foto interna a destra), originario di Taranto ma residente a Sava era stato fermato in nottata dai carabinieri che lo ritengono responsabile dello sgozzamento dell’ingegnere 43enne tarantino.

Cataldo Pignatale aveva appena accompagnato a casa la fidanzata, a Taranto, poi al parcheggio nei pressi di casa sua è stato sequestrato, sotto la minaccia dell’arma, da Cosimo D’Aggiano che ha voluto essere portato in auto a Faggiano. Poi, forse anche per scarsa disponibilità di soldi contanti di Pignatale (che nella conferenza stampa è stato detto essere molto propenso alla moneta elettronica) dev’essersi alzata la tensione fino alle ferite mortali. Cosimo D’Aggiano ha anche detto di avere tolto gli indumenti esterni all’ingegnere, perché molto macchiati di sangue e per recuperare qualche ora di tempo prima delle indagini, magari tentando di depistare e far propendere per un assassinio legato al sesso. Ha gettato gli indumenti sul terrazzo di un immobile vicino all’auto di Pignatale che ha lasciata a circa tre chilometri dall’assassinio. D’Aggiano ha fatto ritrovare anche gli indumenti.
A Cosimo D’Aggiano si è risaliti perché, poche ore prima del ritrovamento del cadavere di Pignatale, a un controllo dei carabinieri, D’Aggiano non era in casa. Particolare non sfuggito, ieri, in sede di indagine, al maresciallo dei carabinieri di Sava. (foto home page: Cosimo D’Aggiano)







