
Scelto il vangelo secondo Luca, per parlare della tragedia al siderurgico di Taranto: Gesù muore in croce, dopo tre giorni risorge. La nuova vita, quella eterna, per spiegare l’inspiegabile, l’inammissibile, una morte talmente atroce come quella di Alessandro Morricella.

Tantissimi, al funerale, si diceva: i colleghi di lavoro, quelli dell’Ilva di Taranto, dove Morricella lavorava da circa dieci anni e dove ha subìto, la sera di lunedì della scorsa settimana, l’incidente poi rivelatosi letale. Tantissimi concittadini, di una città inebetita per la morte terribile di un suo giovane concittadino, una città che oggi è ufficialmente in lutto (sindaco con la fascia al funerale, idem alcuni suoi omologhi). Presente il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. C’è, fra le altre corone, quella del presidente della Repubblica. C’è il deputato Gianfranco Chiarelli, c’è il consigliere regionale Donato Pentassuglia. L’arcivescovo di Taranto ha inviato un messaggio letto durante la celebrazione della messa.
Anche dal resto del territorio, da Locorotondo come si è detto e dalla valle d’Itria, da altri centri ancora, in tanti si sono stretti attorno alla famiglia, nella cerimonia funebre che rappresenta l’ultimo saluto ad Alessandro Morricella.










