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Ex Ilva: vertice per accordo interistituzionale, il territorio dice no e resta a casa Al ministero presente la Regione Puglia, i sindaci di Taranto e Statte con il presidente della Provincia sonoin videoconferenza e non sottoscrivono l'intesa

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Nella foto Fabio Spada, sindaco di Statte. È davanti al monitor con cui partecipa in videoconferenza al vertice convocato da Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, per la sottoscrizione di un accordo interistituzionale riguardante il futuro dell’ex Ilva.

Screenshot 20250812 120800Spada non lo firma né lo firmano Pietro Bitetti, sindaco di Taranto, e Gianfranco Palmisano, presidente dell’amministrazione provinciale tarantina. È un’ipotesi di accordo che non garantisce il territorio, secondo i tre rappresentanti istituzionali. Un territorio che ha bisogno di lavoro e ugualmente di salute e pulizia ambientale.

È presente a Roma un’ampia delegazione della Regione Puglia, guidata dal presidente Michele Emiliano che per l’accordo è possibilista. In ballo c’è essenzialmente (ma non solo) la nuova tecnologia di produzione di acciaio utilizzando il gas. Il ministro è pronto a coinvolgere Gioia Tauro nella produzione del preridotto (utilizzando la nuova tecnologia) e sistemando al largo della Calabria, dunque, la nave del rigassificatore. Acciaierie d’Italia in amministrazione straordinaria comunica che servono 5,1 miliardi di metri cubi di gas all’anno per produrre usando gas.

Le forze sociali tarantine: possibilisti gli industriali, contrari all’accordo ambientalisti e vari comitati cittadini, mentre i sindacati sono preoccupati per il futuro lavorativo di quasi ventimila persone.

Lavoro e salute. Il dilemma di Taranto, o mangi o respiri. Irrisolto, probabilmente, anche oggi.

 

 

 

 


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