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Ilva: Fim-Cisl, chiediamo al management di fare scelte coraggiose Deputata: decimo decreto Ilva, sulla tutela della salute e dell'ambiente i conti non tornano

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Di seguito un comunicato congiunto di Paolo Panarelli, rappresentanza sindacale unitaria Fim-Cisl, esecutivo di fabbrica Ilva-area Tub, e Valerio D’Alò, segretario territoriale Fim-Cisl Taranto-Brindisi. A seguire, un comunicato diffuso da Vincenza Labriola, deputata, gruppo Misto:

«In questi giorni si diffonde all’interno dell’area tubifici (una di quelle maggiormente colpite dalla crisi) un “rumor” secondo cui non si è posto come prioritaria la volontà di portare avanti commesse di piccola entità. La storia ci insegna che certe voci, soprattutto se nascono in ambienti vicini alle fasce di controllo, sono vicine alla realtà e come sindacato non possiamo non denunciare la cosa chiedendo immediatamente chiarimenti all’azienda su quanto accade».

Dichiara Paolo Panarelli, Rsu ed esecutivo d’area della Fim Cisl.

«Siamo convinti – continua il rappresentante sindacale – che ancora una volta il management operativo di fabbrica, in una fase complicatissima per i lavoratori, dovrebbe intraprendere scelte coraggiose per tutelare il lavoro dei propri dipendenti ed un minimo di stabilità economica per le loro famiglie che conoscono oramai da troppo vicino il volto di questa crisi. Sono troppi gli atteggiamenti di distanza tra chi decide e chi subisce le decisioni, distanze anche di decurtazione salariale tra quelle categorie colpite dalla Cds e quelle no».

«Come già dichiarato ieri alla Camera alla presenza del Ministro Calenda – aggiunge Valerio D’Alò, Segretario generale della Fim Cisl Taranto Brindisi -, continuiamo a ribadire la necessità di velocizzare il processo di cessione dello stabilimento che in questi anni ha subito troppi errori nella gestione che di fatto hanno allontanato sia i tempi di realizzazione delle opere di ambientalizzazione che il rilancio industriale dello stabilimento in tutte le sue aree, fondamentale – conclude – per scongiurare il rischio di esuberi in un territorio complicato come quello di Taranto».

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“Il decimo decreto Ilva prevede che i futuri acquirenti o affittuari del colosso dell’acciaio, in relazione al piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria in vigore, possano presentare apposite domande di autorizzazione dei nuovi interventi, che saranno sottoposte ai soli pareri dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, mentre nessun parere sarà chiesto al ministero della Salute. Una situazione a dir poco anomala e incomprensibile, visto che fino a prova contraria di tutela sanitaria dei cittadini dovrebbe occuparsi proprio il  dicastero della Salute. I conti dunque non tornano, in un panorama di giorno in giorno più pasticciato e preoccupante. In tal senso presenterò alcuni emendamenti nelle commissioni Ambiente e Attività produttive alla Camera, per prevedere l’introduzione del parere da parte del ministero competente, a garanzia dei lavoratori e di tutti gli abitanti di Taranto”, lo dichiara l’onorevole Vincenza Labriola, capogruppo del Gruppo Misto in commissione Lavoro alla Camera dei Deputati.

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