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Brindisi, in cinquemila al corteo antimafia Giornata commemorativa delle vittime, a Padova la manifestazione con don Ciotti. Nella città adriatica la più importante manifestazione pugliese. Il messaggio del presidente della Repubblica

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Collegamento con la piazza di Padova dove si è tenuta la manifestazione nazionale di Libera. La piazza di Brindisi, collegata appunto con il Veneto, era quella della principale manifestazione pugliese, nella giornata commemorativa delle vittime della mafia.

Circa cinquemila partecipanti al corteo di Brindisi con scolaresche giunte da Bari, dal Salento come dalla valle d’Itria, da Taranto, dal resto della regione.

Di seguito il testo del messaggio del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella:

Vogliamo liberare la società dalle mafie. È un traguardo doveroso e possibile, che richiede a tutti impegno, coerenza, piena coscienza delle nostre responsabilità di cittadini. Per questo è importante la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, che si celebra ogni anno all’inizio della primavera e che porterà anche quest’anno, a Padova e in numerose altre città italiane, tante persone, associazioni, comunità ad esprimere il bisogno di verità e giustizia, insieme al rifiuto delle violenze e delle oppressioni criminali.

Agli organizzatori e ai partecipanti desidero esprimere la mia vicinanza e il mio incoraggiamento a proseguire nella testimonianza di quei valori civili che soli possono consentire uno sviluppo del benessere e della società.

Pronunciare uno a uno tutti i nomi di coloro i quali sono stati uccisi dalle mafie è anzitutto un atto di rispetto e di dignità. Quella dignità che le consorterie criminali volevano calpestare deve restare indelebile nella memoria della nostra comunità. Ma scandire quei nomi – purtroppo tanti, troppi – è anche un atto di dignità che vale per ciascuno di noi. Ricordiamo persone che hanno pagato con la vita la dedizione al bene comune, il rispetto per la legalità, la ribellione alla sopraffazione criminale, la fedeltà a quei principi di umanità che le mafie negano con la loro stessa esistenza: rendere loro onore è un segno di libertà a cui sentiamo di non poter rinunciare, se non al prezzo di una grave ferita alla nostra coscienza.

La memoria incalza le domande di verità, purtroppo in molti casi ancora oscurata. Le istituzioni pubbliche sono chiamate a fare la loro parte, avendo davanti numerosi esempi di valorosi servitori dello Stato e dei loro sacrifici. Ma per ciascuno di noi la memoria è una spinta all’impegno fattivo per costruire una cultura della legalità e trasmettere anzitutto ai giovani i valori di solidarietà, di non violenza, di rispetto della persona e dei suoi inviolabili diritti.

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