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Borgo Mezzanone: 37enne morto carbonizzato, “ucciso dalle fiamme e dalla miseria” Le proteste e la rabbia per il decesso di Mohamed Ben Ali

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Alcuni tweet di Aboubakar Sohumaoro:

Questa mattina è morto un bracciante, ucciso dalle fiamme della miseria a Borgo Mezzanone. Il Governo, indifferente al nostro dolore, ha deciso di non affrontare i PADRONI: i giganti della filiera agricola. Abbiamo convocato un’assemblea, perché non si può morire così.

IMG 20200612 175505Mohamed Ben Ali, bracciante di 37 anni, non doveva vivere né morire in queste condizioni. Nell’esprimere cordoglio e vicinanza ai familiari, promettiamo loro di lottare affinché la morte di Mohamed non sia vana.

Lavoratore instancabile ed altruista, vittima dei decreti (in)sicurezza tutt’ora in vigore ed escluso da questa finta regolarizzazione. Questo documento, ritrovato tra le fiamme, attesta la sua esistenza divenuta invisibile.

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Di Francesco Santoro:

La morte di Mohamed, il 37enne senegalese vittima dell’incendio scoppiato a Borgo Mezzanone, “quella di Adnan, il sarto pakistano ucciso a Caltanissetta mercoledì scorso per aver aiutato i suoi colleghi a denunciare la condizione di sfruttamento lavorativo dei propri datori di lavoro”, e la storia “di Joban, il giovane bracciante indiano che ha deciso di togliersi la vita nell’agro Pontino”, perché non riusciva “a sopportare più la vita da schiavo che conduceva, sono l’evidenza di un dramma quotidiano che continua a ripetersi nel nostro Paese e che non può risolversi se non si agisce con un cambiamento strutturale delle politiche sull’immigrazione e sul riconoscimento dei diritti delle persone”. Così il segretario confederale della Cgil, Giuseppe Massafra, che affida a Facebook il suo pensiero sulla tragedia consumatasi questa mattina nel Foggiano. “Ogni giorno la cronaca ci consegna notizie di sfruttamento, di diritti negati, di illegalità diffusa- prosegue il rappresentante della segreteria nazionale del sindacato-. Ad oggi queste persone smettono di essere invisibili, solo quando muoiono”. Massafra invoca la regolarizzazione degli immigrati clandestini che lavorano nei campi per consentire di avere sulle nostre tavole il cibo ogni giorno. “Regolarizzare la loro posizione fuori dal ricatto dei caporali e datori di lavoro; garantire loro un alloggio dignitoso che non sia una trappola mortale”; assicurare “sicurezza e salute. Basta ipocrisie, al governo diciamo” che serve coraggio “per cambiare la disciplina sull’immigrazione e fermare questa strage”.




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