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Salento: lavoro nero e irregolarità per il reddito di cittadinanza, sanzioni per 350mila euro Carabinieri e ispettorato del lavoro

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Lavoro nero, sicurezza sul lavoro e indebito percepimento del Reddito di cittadinanza: controlli al tappeto nei primi due mesi dell’anno da parte dei carabinieri del comando provinciale di Lecce e dell’ispettorato del lavoro che hanno notificato oltre 350mila euro di multe.
Su un totale di 89 ispezioni eseguite, 184 sono le posizioni lavorative esaminate dagli ispettori, riferite ad altrettanti dipendenti.  Di queste, 43 quelle assolutamente in nero mentre, relativamente alle altre, sono in corso gli accertamenti del caso, al fine di verificare eventuali violazioni di legge ed elusioni contrattuali. Le irregolarità messe a nudo dai militari hanno riguardato trasversalmente tutti i settori merceologici interessati dalle verifiche: dall’edilizia alla produzione di capi di abbigliamento, alle casa di cura e riabilitazione, pub, sale giochi, allevamenti di animali da reddito e ittici, per finire al settore della panificazione.

Le ispezioni sono state eseguite nel capoluogo e nella provincia e nei comuni di Casarano, Parabita, Maglie, Guagnano, Melpignano, Tricase, Salice Salentino, Poggiardo, Castro, Casarano, Gallipoli, Campi Salentina, Porto Cesareo e Squinzano.
Notificate complessivamente 62 sanzioni amministrative per un totale di 200.646 euro, relative alla cosiddetta maxi sanzione per lavoro nero, all’irregolare tenuta del libro unico del lavoro, alla mancata consegna del contratto di lavoro e ad altre norme violate. Segnalate inoltre all’autorità giudiziaria 42 persone che a vario titolo hanno violato le disposizioni di legge contenute nel t.u. 81/2008 “Sicurezza sui luoghi di lavoro”. 36 le prescrizioni penali e le diffide impartite dai militari ai sensi delle vigenti disposizioni di legge e da quelle contemplate nel suddetto testo unico, contestate ammende pari a 160mila eurp.
Le principali violazioni hanno riguardato i datori di lavoro edili per mancata protezione delle postazioni lavorative dal rischio di cadute dall’alto, l’omessa sorveglianza sanitaria, formazione e informazione nei confronti dei lavoratori ma anche alcuni committenti dei lavori che si erano affidati a ditte non in regola con gli adempimenti previdenziali o addirittura sconosciute alla pubblica amministrazione, in quanto operanti del tutto in nero.

In due circostanze 18 persone sono state deferita all’autorità giudiziaria per il reato di truffa nei confronti dell’Inps, ed una invece è stata deferita all’a.g, per aver percepito indebitamente il reddito di cittadinanza pari ad 790 euro mensili dal mese di giugno 2019 mentre di fatto era legale rappresentante di ben 11 società e percepiva a titolo di compenso in nero ben 1.800 euro mensili. Pertanto, è stata immediatamente sospesa la prestazione a sostegno. Inoltre, ad 8 persone sono state bloccate le indennità del rdc perché è risultato di aver iniziato a lavorare in nero da almeno entro i 30 giorni.

Per 11 aziende è scattata la sospensione dell’attività imprenditoriale per impiego di lavoratori in nero in misura superiore al 20% di quello occupato, con un’ulteriore sanzione di 1.500euro che ogni datore di lavoro ha dovuto pagare per poter riprendere l’attività imprenditoriale. Recuperati alle casse dell’inps 300mila euro di contributi evasi.

I datori di lavoro sanzionati sono stati inoltre segnalati agli enti previdenziali e assistenziali ed anche all’agenzia delle entrate per quanto di competenza, in merito agli illeciti fiscali e tributari che scaturiscono dal pagamento in nero delle retribuzioni ai lavoratori irregolari. (leccesette.it)

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