Di Nino Sangerardi:
Le associazioni Legambiente, Italia Nostra e Mutamenti a Mezzogiorno in una nota chiedono al nuovo sindaco di Matera, Antonio Nicoletti(centrodestra), di “organizzare un incontro pubblico per far conoscere alla città il progetto denominato “Zes Cultura – Fabbrica Giardino” previsto nel Borgo La Martella e finanziato dal Governo nazionale con 39,3 milioni di euro.
Programma da realizzarsi in un’area tra Borgo La Martella e la Zona industriale, il soggetto attuatore sarebbe la Regione Basilicata.
” I soli precedenti comparabili– scrivono le tre Associazioni– in termini di investimento pubblico risalgono alla metà degli anni Ottanta, con la Legge sul risanamento dei Sassi. Nello stesso periodo ci furono anche i fondi FIO, che, per un importo assimilabile e con ampio e partecipato dibattito pubblico, portarono alla realizzazione di interventi significativi come il restauro di Palazzo Lanfranchi, l’ampliamento del Museo Ridola, la riqualificazione di via Ridola, il laboratorio di restauro al PAIP e il Museo dell’Habitat Rupestre. Oggi, invece, tutto si svolge nel silenzio”.
Si presume che l’intervento interesserà una zona grande oltre 150.000 mq, adiacente al nucleo storico di La Martella, con nuove edificazioni per quasi 200.000 mc.
“Tale area–sottolineano le Associazioni– rientra nella cintura verde di consolidamento paesaggistico proposta dai pianificatori incaricati dal Comune di Matera, (amministrazione comunale sindaco Domenico Bennardi M5S,ndr), per il Piano di recupero di La Martella. Riteniamo inaccettabile che, in nome della cultura, venga promosso un intervento pubblico di tale portata senza alcuna forma di coinvolgimento della cittadinanza. Un progetto totalmente sconosciuto ai materani, avviato nel silenzio generale, senza alcuna trasparenza né partecipazione. Contrariamente a quanto sarebbe auspicabile, l’intervento non si concentra sulla rigenerazione di aree dismesse — come i suoli dell’ex Barilla o i capannoni abbandonati dell’area industriale di La Martella — ma punta invece a cementificare circa sei ettari di suolo agricolo, situati in una zona di cerniera tra il borgo e la città.Il progetto evoca figure storiche come Adriano Olivetti e Ludovico Quaroni, che hanno segnato profondamente la storia dell’insediamento di Borgo La Martella. Tuttavia, queste personalità sembrano qui utilizzate più come strumenti di narrazione che come reali riferimenti progettuali e culturali. Annunciamo sin da ora la nostra netta contrarietà a quella che si profila come l’ennesima variante urbanistica in deroga. Chiediamo trasparenza, accesso agli atti e la possibilità per i cittadini e le associazioni di esprimere il proprio punto di vista. Ancora una volta, il suolo viene escluso dal novero dei Beni Comuni e trattato come semplice prodotto di mercato, come risorsa da sfruttare indiscriminatamente, con gravi conseguenze per l’ecosistema. Il suolo è un grande regolatore climatico, un habitat ricco e vitale per gli esseri viventi, umani inclusi. Gli enti pubblici coinvolti in questo progetto, Comune di Matera e Regione Basilicata, non solo hanno escluso la comunità e le associazioni dal processo decisionale, ma hanno apertamente ignorato i più basilari diritti all’informazione e alla trasparenza. Nessuno ha mai visto una tavola progettuale, si ignora il nome del progettista, i parametri urbanistici ed edilizi, le valutazioni ambientali, né si conoscono le ragioni della scelta dell’area agricola rispetto a spazi industriali dismessi.Esprimiamo inoltre forte preoccupazione sullo stato avanzato della procedura. La conferenza di servizi decisoria del 6 maggio 2025, infatti, ha già comportato una variante urbanistica, in un momento in cui il Comune di Matera era commissariato. In piena campagna elettorale e alla vigilia dell’insediamento di un nuovo Consiglio comunale, chi ha deciso — e con quale legittimità — di esprimere la volontà dell’Ente in quella sede? È davvero competenza di un commissario straordinario approvare simili trasformazioni urbanistiche?”.
“Alla luce di tutto ciò, — termina il documento elaborato da Legambiente e Italia Nostra e Mutamenti a Mezzogiorno–chiediamo al Sindaco di Matera di convocare con urgenza un incontro pubblico, secondo le modalità che riterrà più opportune, per condividere con la cittadinanza e le associazioni firmatarie ogni informazione disponibile sul progetto “ZES Cultura Matera – Fabbrica Giardino”. Chiediamo inoltre che il Sindaco si impegni a non dare ulteriore impulso alla procedura, per quanto di sua competenza, e si attivi presso le altre amministrazioni coinvolte affinché nessun passo venga compiuto prima che la città sia pienamente informata. Confidiamo che il Sindaco voglia accogliere questa richiesta, facendo della trasparenza e della partecipazione il primo atto concreto del suo mandato”.
Per concludere,forse è utile rammentare quanto scritto da Adriano Olivetti, anno 1956, nell’ambito del VI Congresso Istituto Nazionale di Urbanistica.
Ecco: “ Le radici dell’uomo sono nella natura e nel paesaggio. Vale quindi la pena affrontare un’apparente perdita di rendimento economico per evitare un opprimente e inesorabile distacco e per aumentare gli spazi destinati ai servizi sociali e culturali, sia nella progettazione urbanistica sia nei bilanci dello Stato e dei privati. Gli architetti, gli ingegneri, gli amministratori pubblici devono persuadersi a essere al servizio della civiltà, che si riconosce dall’adeguatezza degli spazi”.
Già, al servizio della civiltà.