Di seguito un comunicato diffuso dai responsabili:
Mai più vittime sul lavoro. Un monito e un impegno per il mondo del lavoro che continua mietere vittime senza sosta. L’iniziativa ha preso vita in Puglia con la creazione di un centro studi focalizzato sulla promozione della cultura della prevenzione, offrendo al contempo consulenza e assistenza medico-legale gratuita alle vittime di incidenti e malattie professionali.
Prima uscita pubblica un convegno tenutosi a Gravina, interamente dedicato al settore dell’edilizia dove si conta il maggior numero di vittime. L’evento ha attratto operai, rappresentanti delle parti sociali e istituzioni perchè solo collaborando si può abbattere il numero degli incidenti sul lavoro. L’avvocato previdenzialista e giornalista Girolamo Ceci ha moderato il dibattito aperto dal presidente dell’associazione “Mai Più Vittime sul Lavoro”, Giuseppe Filannino. “Mai Più” – ha spiegato – è un “urlo di dolore destinato a sensibilizzare le coscienze per cercare di porre fine alla “strage silenziosa” con tre morti sul lavoro ogni giorno. Filannino ha sottolineato il ruolo attivo dell’associazione nel proporre soluzioni e proposte di legge per frenare la frequenza degli infortuni sul lavoro.

L’otorino Marco Pontrelli dell’ospedale “Miulli” ha evidenziato la sordità sviluppata dagli operai edili a causa del mancato utilizzo delle cuffie protettive. L’associazione “Mai più vittime sul lavoro” si è impegnata a informare i lavoratori sulle malattie professionali, sottolineando che le malattie oncologiche non sono soggette a prescrizione, ma la prevenzione degli infortuni sul lavoro rimane un obiettivo difficile da raggiungere fintanto che i medici competenti sono retribuiti direttamente dalle imprese. Solo attraverso l’indipendenza finanziaria dei professionisti della salute, è stato rilanciato nel corso del confronto, si potrà garantire una prevenzione efficace capace anche di generare risparmio di risorse. Di qui l’appello dell’associazione “Mai più vittime sul lavoro” al governo affinché adotti il modello francese in cui i medici competenti sono stipendiati dallo Stato mantenendo così un’autonomia totale rispetto ai datori di lavoro. Sarebbe questo un cambiamento fondamentale per garantire che la sicurezza e la salute dei lavoratori non siano condizionate da interessi economici aziendali.






