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Quelli dell’Audi nera, ovvero la banda che faceva esplodere i bancomat. Arrestati quattro pugliesi Accusa: una ventina di colpi, anche nelle Marche e in Emilia Romagna

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tmp_6896-operazione Cashpoint 11413605704Di seguito il comunicato dei carabinieri:

I Carabinieri della Compagnia di Osimo (AN) sono riusciti a scoprire, fermare e sgominare definitivamente la banda di criminali pugliesi che dall’inizio dell’anno avevano messo a segno una serie continua di assalti a bancomat di filiali bancarie, uffici postali, casse continue di distributori di carburanti e gioiellerie nelle Regioni Marche, Puglia ed Emilia Romagna.

Si tratta di 4 malavitosi pluripregiudicati brindisini ben organizzati e agguerriti.

C’è ancora il massimo riserbo da parte della Procura della Repubblica di Ancona e della Compagnia di Osimo, per la conclusione della complessa attività investigativa che sta facendo piena luce su almeno una ventina di delitti consumati dai banditi pugliesi tra le Regioni Puglia, Marche ed Emilia Romagna. Le indagini sono state avviate dopo il furto del bancomat avvenuto il 02.01.2016 in Polverigi (AN) con la tecnica dell’esplosione a mezzo di gas acetilene in danno della locale banca Unicredit e successivamente in Osimo località Padiglione avvenuto il 09.04.2016 in danno della Banca Popolare di Ancona, avvenuto a mezzo di asporto dell’apparato ATM; in sinergia con la Procura della Repubblica del Tribunale di Ancona, P.M. Dott. Ruggiero DICUONZO e con la collaborazione, nelle fasi esecutive dei Reparti Operativi di Ancona e Macerata.

tmp_6896-operazione Cashpoint 3768266391L’operazione denominata “CASHPOINT” nasce con lo scopo di arginare il fenomeno della recrudescenza dei furti in danno degli sportelli bancomat ad opera di gruppi criminali, fenomeno che dalla fine dell’anno 2015 e fino allo scorso 25 settembre, si era esteso soprattutto nelle Regioni Marche e Puglia, in danno di vari istituti di credito che insistono nella Provincia di Ancona, Macerata, Ascoli Piceno, Brindisi e Lecce.

Pertanto i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia CC di Osimo, iniziavano ad analizzare, valutare i vari episodi delittuosi per contrastare tale fenomeno che sembrava in continua espansione.

tmp_6896-operazione Cashpoint 6245204425Il minuzioso studio investigativo messo in atto dai militari portava alle seguenti analogie:

· i furti venivano perpetrati da un “commando” ben organizzato ed eterogeneo, i cui esponenti venivano reclutati all’occorrenza, ed agiva secondo un preciso modus operandi;

· il malviventi preparavano a tavolino nei minimi particolari i colpi, gli obiettivi, le vie di fuga, le caratteristiche culturali e morfologiche del territorio, il tutto poi supportato da specifici sopralluoghi e da una base operativa che veniva utilizzata come “covo”, quasi sempre risultata un’abitazione affittata in nero nel comune di Porto Sant’Elpidio (FM).

I modus operandi erano:

· attaccare l’obiettivo con la tecnica dello “sradicamento”: in questo caso il commando era composto da più di 4-6 soggetti che si occupavano, con compiti ben assegnati, di rubare un veicolo industriale tipo escavatore che serviva per sventrare la banca (così come successo ad Osimo) e di conseguenza asportare materialmente il bancomat; rubare un autocarro utilizzato per il trasporto dell’ATM; rubare altresì’ delle auto vicino all’obiettivo da utilizzare come ostacolo per sbarrare la strada ai carabinieri che intervenivano (così come accaduto a Polverigi);

· attaccare l’obiettivo con la tecnica dello “scoppio a mezzo deflagrazione” di una miscela di ossigeno e gas acetilene iniettata nello sportello erogatore delle banconote, utilizzando come innesco una scia di benzina e poi asportare le cassette con il denaro; in questo caso bastavano quattro soggetti del commando;

· in entrambi i casi il commando si assicurava la fuga anche attraverso i “chiodi a tre punte”, poi rinvenuti nell’autovettura utilizzata per la fuga, che venivano lanciati sulla strada per bloccare ogni tipo di inseguimento dei carabinieri.

Tali delitti avevano creato un vero e proprio allarme sociale per la sicurezza pubblica in quanto gli sportelli ATM erano ubicati sempre nella parte sottostante di condomini e civili abitazioni, causando in entrambi i casi seri danni anche alle strutture portanti.

I malviventi, per garantirsi la fuga dopo gli assalti utilizzavano una potentissima Audi RS6 di colore nero del valore commerciale di circa 130.00,00 Euro, con apposte targhe clonate, che poi veniva nascosta in garage preso in affitto in nero, sempre nel comune di Porto Sant’Elpidio (FM). Il gruppo criminale agiva sempre in orario notturno, verso le ore 03:00/03:30 circa e nei giorni in cui gli istituti di credito provvedevano a ricaricare di denaro contante gli sportelli ATM.

La svolta avveniva in data 24 settembre scorso dopo l’individuazione dell’appartamento e garage ubicati in Porto Sant’Elpidio a Mare (Fermo), utilizzati dalla banda come “covo” e garage per il nascondiglio dell’Audi.

Proprio in tale data la banda composta da 4 persone di origini brindisine, giungeva nelle Marche con l’intento di compiere una serie di furti di apparati bancomat in danno di istituti di credito locali, per poi rientrare in Puglia. A seguito di quest’ultima attività info-investigativa, veniva predisposta una consistente operazione di “manovra di accerchiamento” con la collaborazione ed il coinvolgimento, nelle fasi esecutive e conclusive, del Nucleo Investigativo dei Carabinieri del Comando Provinciale di Ancona, Macerata e Ascoli Piceno, per contrastare e sgominare definitivamente la banda dei malviventi brindisini, che da tempo aveva creato seri problemi di sicurezza pubblica in quelle provincie, considerato la spregiudicatezza con la quale il “commando” operava nonché la noncuranza nell’utilizzare materiali infiammabili ed esplodenti anche in presenza di abitazioni ubicate nella parte soprastante il bancomat da asportare.

Durante il monitoraggio serale e notturno dell’appartamento scoperto, venivano individuati quattro soggetti provenienti dalla Provincia di Brindisi, che giungevano a bordo della nota Audi RS6 e che dopo poco a tutta velocità si dirigeva in direzione Nord verso Ancona lungo la S.S. n.16 “Adriatica”.

I militari operanti della Compagnia di Osimo allertavano i colleghi di Macerata e Ascoli Piceno, ponendosi alle ricerche dei malviventi, venendo a conoscenza che la banda, alle ore 03.30 del 25.09.2016 avevano fatto esplodere il bancomat della banca Carifermo di Villa Musone di Recanati (MC), a pochi passi tra i comuni di Loreto e Castelfidardo, senza riuscire ad asportare nulla e dandosi a precipitosa fuga a seguito di intervento dei carabinieri del Nucleo Investigativo maceratese.

Analogamente, alle ore 03:50 successive il commando colpiva con la stessa tecnica il bancomat della banca Monte dei Paschi di Siena – filiale del comune di Monte Urano (FM), non riuscendo, anche in quest’occasione, ad asportare banconote e dandosi alla fuga a folle velocità, inseguiti dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Ascoli Piceno.

Avuta notizia dei delitti consumati, i carabinieri del Nucleo Operativo di Osimo notavano la banda a bordo dell’Audi RS6 rientrare nell’abitazione utilizzata come covo. Di conseguenza si interveniva facendo irruzione nell’appartamento sorprendendo, immobilizzando e sottoponendo a fermo di P.G. tutto il commando dei pluripregiudicati pugliesi, identificati per IURLARO COSIMO, Classe 1975; BIANCO Omar, Classe 1989; SANTORO Marco, Classe 1991; SCHIENA Vincenzo, classe 1978; tutti con precedenti specifici ed originari e provenienti dalla Provincia di Brindisi.

La successiva perquisizione consentiva di rinvenire varie bombole con ossigeno e acetilene, attrezzature da scasso, mefisti, guanti, giubbetto antiproiettile, fotocopie di documenti di terze persone per nascondere le loro generalità, chiodi a tre punte per ostacolare l’inseguimento delle FF.PP. nonché, in un garage ubicato in una zona tranquilla di Porto Sant’Elpidio, l’autovettura AUDI RS6 sulla quale erano state effettuate delle blindature tipiche dei “contrabbandieri pugliesi”, come la creazione di pannelli con lastre di acciaio poste dietro agli schienali dei sedili e la parte posteriore. I successivi accertamenti permettevano di appurare che l’autovettura aveva le targhe e telaio contraffatti ma non tali da nascondere la provenienza, in quanto i militari osimani accertavano essere oggetto di furto in Porto San Giorgio (Fermo) in data 28 giungo 2015 e trasportata a Brindisi per la blindatura dell’abitacolo con l’applicazione di lamiere in acciaio poste sugli schienali e poggiatesta dei sedili anteriori e posteriori, nonché del vano portabagagli.

Come già detto, le serrate e riservate indagini dei Carabinieri di Osimo, in sinergia con la Procura della Repubblica di Ancona, sono ancora tutt’ora in corso e volte ad attribuire al commando la paternità di tutti i furti commessi nelle Marche e in alcune provincie pugliesi (circa 20 colpi), nonché l’individuazione del resto dei componenti dell’organizzazione, già noti alle cronache giudiziarie.

I quattro pluripregiudicati pugliesi fermati e arrestati in data 25.09.2016, venivano condotti presso la Caserma della Compagnia Carabinieri di Osimo (Ancona), dove venivano inizialmente richiusi nelle camere di sicurezza, sottoposti al fotosegnalamento e ai rilievi dattiloscopici. Al termine delle formalità di rito venivano tradotti e richiusi presso la Casa Circondariale di Marino del Tronto (AP), a diposizione della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Fermo.

Nella tarda mattinata di ieri, nel corso dell’udienza il G.I.P. della Procura di Fermo, disponeva l’obbligo di dimora degli arrestati presso i comuni propria di residenza con l’obbligo di firma presso i rispetti Comandi Arma Carabinieri, poiché ritenuti responsabili in concorso di tentato furto pluriaggravato su bancomat a mezzo materiale esplodente, poiché illegalmente detenevano all’interno dell’autovettura Audi RS6 e portavano in luogo pubblico materiale esplodente di cui gas acetilene liquido, e successivamente miscelavano con ossigeno liquido, ricompreso per la sua estrema pericolosità fra gli esplosivi, con l’aggravante del nesso teleologico avendo utilizzato detto esplosivo per commettere i delitti di cui sopra; nonché per aver in concorso tra di loro con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, applicando le targhe di fatto clonate, in quanto quelle reali erano effettivamente applicate sull’autovettura Audi A6 di proprietà di cittadino di Trento, sul veicolo Audi RS6 di provenienza illecita, compivano operazioni idonee atte ad ostacolare l’identificazione della loro provenienza delittuosa.

Per i fatti accertati ai danni della banca CARIFERMO di Recanati (MC) località Villa Musone in data 25.09.2016 ed in danno della banca MONTE DEI PASCHI DI SIENA, filiale di Monte Urano (FM) sempre in data 25.09.2016.
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