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Novoli: rifiuti tombati in una cava, sei denunciati Dalle carcasse di animali agli inerti e anche rifiuti pericolosi

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Di seguito un comunicato diffuso dai carabinieri forestali:
Vasta operazione condotta dai militari del Nucleo investigativo di Lecce e della Stazione Carabinieri Forestale di Lecce. L’indagine, che ha avuto inizio lo scorso febbraio, ha portato al sequestro di un’area di 3000 mq sita in località “Villa Maria” del Comune di Novoli, utilizzata come discarica abusiva di rifiuti, oltre ad 8 autocarri e ad una minipala gommata.
Nello specifico, trattasi di una cava di estensione complessiva di circa 4 ettari, con una profondità di circa 10-15 metri.
I rifiuti abbandonati sono rifiuti speciali in prevalenza non pericolosi e in minima parte pericolosi, costituiti principalmente da materiale da demolizione edile e terra e rocce da scavo. Presenti anche sfridi di legno (es. vecchie pannellature), plastica (es. vecchie tubazioni e secchi di pittura), metalli vari, materiale vario di potatura, eternit, elettrodomestici pneumatici fuori uso, scarti di origine animale ecc.
Dai servizi di appostamento effettuati e dal sistema di videosorveglianza impiantato in loco, si è riscontrato che, una volta abbandonati, i rifiuti venivano periodicamente spinti in fondo alla cava con l’utilizzo in una motopala (evidenti, infatti, i segni della benna e delle ruote sul terreno).
Dalle indagini, è emersa la presenza di n. 5 autocarri intenti ad abbandonare o recuperare rifiuti in varie date e anche più volte al giorno, nonché dell’escavatore di una ditta che spingeva i rifiuti all’interno della cava.
Si rileva, quindi, la presenza di una vera e propria discarica abusiva di vaste dimensioni, atteso che il livellamento del terreno veniva effettuato spingendo i rifiuti all’interno della cava con l’utilizzo di mezzi meccanici e i rifiuti venivano abbandonati in maniera definitiva e non selezionati; l’ingresso all’area avveniva in maniera incontrollata e senza nessuna tracciabilità. Non erano presenti, inoltre, idonei sistemi di protezione e controllo dei rifiuti, configurando quindi una fonte di probabile inquinamento incontrollato.
Tali interventi, infine, hanno comportato un’alterazione definitiva e permanente dello stato dei luoghi, sotto il profilo urbanistico-edilizio, che avrebbe richiesto opportune autorizzazioni ex DPR 380/2001.

Le ipotesi di reato contestate dai militari sono le seguenti: gestione illecita di rifiuti, abbandono incontrollato di rifiuti, realizzazione di discarica abusiva, combustione di rifiuti, tombamento di cava in assenza di titoli edilizi, abusivismo edilizio. Per quanto compiuto, sono state deferite all’AG 6 persone ovvero i titolari di ditte e aziende che effettuavano lo smaltimento illecito, e i proprietari del sito oggetto degli abbandoni di rifiuti che al momento non è possibile quantizzare.




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