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Raffaella Presta, 40enne salentina, uccisa dal marito a Perugia. Fucilata all’inguine probabilmente per gelosia I genitori dell'avvocatessa sono partiti ieri sera alla volta dell'Umbria. Il figlio di sei anni era in casa al momento dello sparo

violenza

Probabilmente per gelosia. Il marito le ha sparato un colpo di fucile al basso ventre. Forse due fucilate, con l’arma da caccia del padre di lui. Così è morta, non sul colpo, in casa sua a Perugia, ieri pomeriggio, Raffaella Presta, quarantenne avvocatessa nata a Maglie (il 25 aprile 1975) peraltro famiglia di San Donaci, da dove ieri sera il padre di lei, maresciallo in pensione, e la mamma, sono partiti alla volta dell’Umbria. L’assassino, il quale ha chiamato i carabinieri dopo avere sparato, è Francesco Rosi, 43 anni, agente di commercio, figlio di un noto pediatra di Perugia. Nella villa di famiglia, non lontano dalla stazione ferroviaria del capoluogo umbro, il femminicidio. Nella villa c’era anche il figlio della coppia sposata da venti anni, un bambino di sei anni. Non si è accorto dell’accaduto, è stato affidato ad una zia ed è ignaro della morte della mamma.

Rosi, dopo la prima ammissione dell’accaduto, avrebbe smesso di chiarire la sua posizione. Interrogatorio per la convalida del fermo in programma sabato. Il comandante provinciale dei carabinieri, Fiore, sin da ieri aveva detto che si tratta di futili motivi, ora va emergendo la gelosia quale movente per il delitto di una donna senza gravi problemi con il marito, ma solo apparentemente. Perché le colleghe dello studio professionale, secondo ricostruzioni, sembra confermino l’esistere di una situazione problematica, da tempo. Ieri l’assassinio, nella giornata contro la violenza sulle donne.




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