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Strage di Capaci, 27 anni fa l’assassinio mafioso di Giovanni Falcone Il 23 maggio 1992 morirono nell'esplosione anche Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonino Montinaro. La nave della legalità a Palermo e altre iniziative commemorative

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Il 23 maggio 1992, pomeriggio, mentre era di ritorno a Palermo dall’aeroporto di Punta Raisi, il giudice Giovanni Falcone venne fatto saltare in aria. Attentato mafioso, una quantità enorme di esplosivo azionato al passaggio delle due auto con a bordo il magistrato, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonino Montinaro. Tutti morti.

Di seguito un comunicato diffuso da Redentore Bari:

Il 23 maggio è diventata una data simbolo nella lotta contro tutte le mafie. Questa giornata ci riporta all’attentato di 27 anni fa in cui Cosa Nostra, con un violento atto terroristico, uccise Giovanni Falcone e la sua scorta.

L’attentato segnò un capitolo molto doloroso per la storia d’Italia e d’Europa: fu un momento apicale della guerra tra Mafia e Stato, ma lo Stato seppe però rialzarsi e iniziò subito la sua battaglia contro la Mafia che mai lo aveva sfidato così violentemente. Dopo l’attentato di Capaci, cambiarono tante cose nel nostro Paese, ma soprattutto cambiò il sentire dell’uomo comune: dal silenzio omertoso che aveva paralizzato intere comunità per lungo tempo, si giunse ad una nuova coscienza civile. La coscienza antimafia divenne un sentire comune tra i cittadini che si unirono nella condanna di ogni organizzazione di carattere mafioso nella lotta al crimine organizzato.

Da allora sono passati 27 anni, ma l’impegno della scuola, delle associazioni e degli educatori è ancora tutto proteso a far comprendere ai giovani il senso e significato di quel sacrificio. Il 23 maggio l’Ufficio Scolastico Regionale per la Puglia, insieme alle scuole, ai Salesiani dell’Istituto Redentore e all’Associazione Libera, intende avviare con i docenti e soprattutto con i ragazzi una riflessione per cercare di capire, tutti insieme, quali possano essere oggi le strade ancora da percorrere per poter affermare di essere veramente liberi dalla criminalità organizzata. Intende, individuare un possibile antidoto alle Mafie. Come sempre, si ribadisce il ruolo fondamentale della memoria storica, ovvero il ricordo vivo di ciò che è stato, e la conseguente condivisione di una storia comune da consegnare alle nuove generazioni, in tutta la sua orribile e assordante verità. E’ fondamentale e doveroso recuperare, in tal senso, la straordinaria forza della parola per poter abbattere i muri del silenzio che, purtroppo, ancora ci circondano.

Il 23 maggio, attraverso gare, giochi, riflessioni, testimonianze con i giovani studenti, si rifletterà sulle modalità per chiedere verità e giustizia per tutte le vittime di mafia, si chiederà ai giovani di essere sentinelle di legalità nei loro ambienti di vita, di svago e di lavoro , sarà chiesto loro di vivere e testimoniare consapevolmente la legalità nel quotidiano, rispettando le regole sociali e le Leggi dello Stato.

Idealmente si vivrà in sintonia con la manifestazione nazionale #PalermoChiamaItalia per dire No alle mafie che si svolgerà a Palermo.




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