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La sacra corona unita nel tarantino: 32 arresti, preoccupanti tentativi di ramificazione nel territorio Francesco Locorotondo di Crispiano e i fratelli Cagnazzo di Lizzano, a guidare il gruppo sgominato nella notte

carabinieri controllo

La sacra corona unita, ramificazioni e nuovi insediamenti. Con l’operazione della scorsa notte, 32 persone finite in manette grazie ai carabinieri del reparto operativo di Taranto con il coordinamento della direzione distrettuale antimafia di Lecce. Da est a ovest della provincia ionica, da Crispiano a Statte a Lizzano, Pulsano e Torricella, sgominata l’organizzazione. Capo, Francesco Locorotondo di Crispiano che nella sacra corona unita è “storicamente” affiliato con tanto di medaglione a catena, il simbolo del massimo legame. Poi i fratelli Cataldo e Giovanni Giuliano Cagnazzo, di Lizzano. Poi, gli altri adepti, che hanno trafficato in droga, usato armi, imperversato nel territorio, secondo l’accusa. La guardia resta alta, nei confronti della malavita organizzata che però dà luogo con lo Stato e con la comunità delle persone per bene, a una lotta durissima. Tanto per dirne una, oggi sono tre mesi esatti che è stato ammazzato in mezzo alla strada, a Palagiano, il piccolo Domenico, tre anni, e con lui la sua mamma e il compagno di lei. E ancora non si sa chi è stato. Tanto per dirne un’altra, è di poche ore fa il rinvio a giudizio di venti persone per un’ipotesi di riciclaggio di denaro sporco, della sacra corona unita, attraverso i videopoker. Coinvolto anche un uomo di Martina Franca (presunzione di innocenza per tutti fino a prova del contrario, naturalmente). E gli attentati, i racket, le bombe, qua e là nel territorio, la miriade di furti e rapine, cosa sono se non, per la gran parte, malavita organizzata che malavita organizzata vuole insediarsi nel territorio. La battaglia è dura. Ma la comunità della gente per bene, che è quasi tutta la gente, deve avere la meglio.




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