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Lizzano: “vivo rammarico” dell’arcivescovo di Taranto La contestata manifestazione religiosa contro la legge sull'omotransfobia

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Di Francesco Santoro:

L’arcivescovo di Taranto, Filippo Santoro, esprime «vivo rammarico per i fatti recentemente verificatisi» nella parrocchia di San Nicola a Lizzano. «Un momento di preghiera, che per natura, è, e dovrebbe essere un momento aggregativo, che riunisce la comunità cristiana- commenta-, è diventato, purtroppo, un motivo di divisione, e di contrapposizione».
Il sindaco Antonietta D’Oria e l’attivista Lgbt Francesca Cavallo avevano espresso il loro dissenso nei confronti dell’iniziativa parrocchiale perché- secondo l’accusa- altro non era che il tentativo di condannare il disegno di legge Zan sull’omotransfobia. «La Chiesa è Madre di tutti i suoi figli, e come tale accoglie e ama tutti senza distinzione alcuna. Nella scia del luminoso insegnamento di Papa Francesco, ribadisco come Padre e Pastore della Chiesa di Taranto che il mio desidero è quello di aiutare e accompagnare tutti a sostenere la fede del nostro popolo costruendo un clima di solidarietà, di rispetto reciproco e di collaborazione per il bene comune- afferma monsignor Santoro-. Desidero che cresca una Chiesa che sia capace di gettare “ponti” per allacciare rapporti, per costruire opportunità più che ergere muri di separazione».
Le persone «vanno “guardate” nelle nostre comunità con gli occhi di Dio- prosegue l’arcivescovo di Taranto-, nel pieno diritto, cioè, di ricevere, sentire e vivere da figli di Dio in un’unica famiglia dove ciascuno è simile, ma diverso, e dove la diversità di ognuno è un dono per la ricchezza della comunità, e dove si vive la fatica quotidiana verso la pienezza che il Vangelo ci indica e che illumina tutti gli aspetti della vita familiare e sociale. Così come non si brandisce l’arma della fede al contempo non si può brandire quella di qualsiasi ideologia. Per tale ragione condividiamo la nota del 10 giugno del cardinal Bassetti, presidente della Cei, che sostiene che non è necessaria una nuova legge perché «esistono già adeguati presidi con cui prevenire e reprime ogni comportamento violento o persecutorio». Insieme alla Cei, facciamo nostra l’affermazione di papa Francesco: «Nulla si guadagna con la violenza e tanto si perde». Il Papa mette “fuori gioco” «ogni tipo di razzismo o di esclusione come pure ogni reazione violenta destinata a rivelarsi a sua volta autodistruttiva».
L’arcivescovo Santoro spera in «un confronto dialogico, franco e costruttivo fra le varie parti per lavorare in un clima di pace e serenità, costruttivo e propositivo per tutta la bella comunità lizzanese. Ho fiducia nella comunità lizzanese perché si ristabilisca la serenità e il dialogo franco. Mi faccio io stesso promotore di un incontro fra il parroco e il sindaco perché piazza e Chiesa a Lizzano continuino ad essere faro di accoglienza, di incontro e di crescita civile».




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