Eurospin

rendimentogold

basilepiccolo

Eclisse

Ti rifiuti?


Arcelor Mittal, non cambia niente Confronto con i sindacati al ministero dello Sviluppo economico. Usb: sciopero generale il 29. Uilm: i lavoratori non spegneranno gli impianti

IMG 20191115 WA0006

Al cospetto di ministro e sindacati. Arcelor Mittal conferma ciò che ha riribadito finora. Via dall’ex Ilva. Un confronto che non ha variato alcunché.

Di seguito il comunicato Uilm:

“I lavoratori dell’ex Ilva non spegneranno gli impianti perché non saranno loro che sanciranno la morte dello stabilimento e del loro futuro occupazionale. Ci sarà un’insubordinazione dei lavoratori verso la proprietà, nessuno potrà obbligarli a celebrare il loro funerale”. Così Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, dopo l’incontro al Mise sulla situazione ex Ilva.
“Oggi abbiamo saputo – dichiara il leader Uilm –  dall’azienda che il principale motivo che li ha portati a recedere dal contratto è stata la soppressione dell’immunità legale. Ora il Governo deve convocare di nuovo i Mittal, in presenza anche delle organizzazioni sindacali confederali Cgil Cisl Uil, per fare chiarezza definitivamente sulle loro intenzioni e se ci sono ancora margini di trattativa”.
“Per noi – continua – esiste solo l’accordo del 6 settembre 2018, vogliamo e ne esigiamo il rispetto perché è stato il migliore possibile vista la situazione da cui si partiva e perché garantisce il risanamento ambientale, salvaguardia occupazionale e la continuità industriale”.
“Da ora – conclude – in tutti gli stabilimenti del gruppo inizieranno agitazioni e mobilitazioni da parte di tutti i lavoratori per chiedere rispetto accordo di un anno fa e contro un atto inaccettabile di una multinazionale che pensa di fare e disfare a suo piacimento”.
Di seguito il comunicato Usb:

L’incontro con la direzione di arcelormittal italia che si è tenuto oggi presso il Ministero dello sviluppo economico ha definitivamente chiuso ogni polemica sulla questione dello scudo penale. La dottoressa Morselli ha, dopo due ore di confronto, dichiarato che la decisione di lasciare l’italia è stata presa in via definitiva invitando tutti a non perdere tempo a cercare di far cambiare idea perché ciò non è possibile, lasciando così sbigottiti i vertici di CGIL CISL UIL che avevano più volte dato disponibilità a rivedere, in peggio, l’accordo sottoscritto in sede ministeriale.

Le ragioni di tale scelta, quelle dichiarate, sarebbero legate al fatto che le condizioni dello stabilimento di Taranto non corrisponderebbero a quelle prospettate da governo e commissari.

Lo stato delle acciaierie, per quanto attiene alla sicurezza ed alle emissioni nocive, è, per dichiarazione esplicita della Morselli, fuori da ogni legalità, ovvero, sempre testuali parole, si lavora in condizioni criminali.

Altro punto che avrebbe condotto la multinazionale a recedere dal gruppo ex ilva sarebbe la venuta meno dello scudo penale.

Tuttavia oltre a queste risicate dichiarazioni formali la Morselli si è rifiutata di rispondere nel merito alle tante osservazioni sulle mille contraddizioni nel comportamento della multinazionale.

La verità è che la scelta di Arcelormittal si fonda su logiche e strategie internazionali, l’investimento italiano è solo uno dei tanti, assolutamente sacrificabile, anche considerando l’alto costo per l’efficientamento dello stabilimento.

Ora serve un piano B.

Abbiamo chiesto al governo di convocare con urgenza il tavolo di crisi a palazzo Chigi.

Occorre programmare un intervento pubblico direttamente nella proprietà dell’ex Ilva.

L’obbiettivo è la programmazione della chiusura delle fonti inquinanti, le bonifiche ed un piano straordinario per la riconversione dello stabilimento, per garantire occupazione, salari e reddito per i dipendenti arcelormittal, per quelli in cassa integrazione nel bacino di Ilva in AS e per tutti quelli degli appalti.

Se necessario anche entrandonin rottura con i divieti dell’Unione Europea. Senza una nuova politica industriale fondata sull’intervento diretto dello stato in economia l’Italia continuerà ad essere ostaggio dei tanti, piccoli e grandi, profittatori ed il suo patrimonio industriale continuerà a perdere spessore e ruolo nella divisione internazionale del lavoro. Un Processo di impoverimento che infine scarica tutto sulle lavoratrici ed i lavoratori.

Povero quel paese che ha pregato, inutilmente, Arcelormittal di restare.

Ai tanti lavoratori che hanno conosciuto il vero volto della multinazionale non mancherà affatto.

Il prossimo 29 novembre USB ha proclamato sciopero generale e manifestazione nazionale a Taranto . Occorre liberare la città dai veleni dell’acciaieria.
Sergio Bellavita USB nazionale
Francesco Rizzo USB Taranto




Articoli correlati

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *