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Spazio: quasi un’impresa su tre è al sud, fatturato da mezzo miliardo di euro all’anno Significativa presenza in Puglia

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Di seguito il comunicato:

“Aerospazio e difesa sono asset strategici per l’autonomia tecnologica e lacompetitività dell’Italia e dell’Europa. Serve rafforzare la filiera, evitando frammentazioni e dispersione di risorse fuori dall’UE”. Lo ha dichiarato Giorgio Marsiaj, Delegato Confindustria per l’Aerospazio in occasione della conferenza Up&Down Stream poli organizzata a Napoli dalla Società Aerospaziale Mediterranea.

“Stiamo lavorando su legge spazio, EU Space Act e sul raccordo tra industria e università tramite un tavolo con la CRUI, la Conferenza dei Rettori delle Università Italiane  – ha spiegato Marsiaj – con l’obiettivo di favorire crescita dimensionale, innovazione e integrazione tra grandi gruppi e PMI”. Marsiaj ricorda, inoltre, la posizione comune su questi temi condivisa con le Confindustrie tedesche e francesi BDI e MEDEF: “Il futuro Fondo europeo per la competitività deve prevedere risorse dedicate a spazio e difesa e un dialogo stabile con l’industria”.

In merito alla legge sullo spazio entrata in vigore lo scorso giugno, poi ha affermato: “Regole troppo rigide rischiano di limitare la competitività. Attenzione anche all’evoluzione della discussione a livello Europeo con l’EU Space Act che potrebbe creare distorsioni di mercato tra i Paesi dell’Unione.

Difendere questo comparto – ha concluso Marsiaj – significa sostenere innovazione, occupazione qualificata e coesione territoriale”.

 

La forza delle PMI Spazio del Sud Italia è in espansione

“Nasce Sistema Industriale Spazio Sud con le imprese del Mezzogiorno impegnate nel settore spazio nelle varie articolazioni come ad esempio, navigazione, comunicazioni e osservazione della Terra. In questo modo andiamo a rendere ancora più forti le imprese che si uniscono –  ha dichiarato ha spiegato Luigi Iavarone, Presidente della Società Mediterranea Aerospaziale  SAM –  anche in vista degli investimenti nazionali ed internazionali. Puntiamo ad un livello occupazionale in evoluzione per i nostri giovani. La forza delle PMI Spazio del Sud Italia è in espansione nella space economy. Nasce quindi un Network collaborativo che consentirà una espansione nei mercati internazionali con una prospettiva peculiare nell’area del Mediterraneo allargato e dunque con i connessi incrementi occupazionali”.

Secondo Salvio Capasso, Responsabile di Imprese e Territorio di Srm del Gruppo Intesa San Paolo, le imprese del Sud Italia attive nel settore dello spazio fatturano il 30% del dato nazionale.

“Siamo in presenza di una grande forza che fattura ben 500 milioni di euro l’anno con un valore del mercato complessivo che rappresenta un terzo del mercato nazionale. Al Sud contiamo circa 80 aziende sulle 275 a livello nazionale . Le PMI nel Mezzogiorno Italia – ha affermato Capasso –  attive nel settore dello Spazio sono ben 49, il 31,4% del dato nazionale, le startup sono 7 rappresentando circa il 14,8% del dato nazionale, mentre i i grandi gruppi sono 24, il 33,8% del dato nazionale”.

 

A Napoli l’Agenzia Spaziale Italiana

“L’industria del Mezzogiorno nell’ambito spazio è in grande crescita, questo lo vediamo quotidianamente anche nella partecipazione ai bandi dell’Agenzia Spaziale Italiana – ha affermato Silvia Natalucci, Missioni e Direzione Cosmo – Sky-Med dell’Agenzia Spaziale Italiana –  in particolare una forte rappresentanza nell’ambito dei progetti delle piccole e medie imprese  che vedono coinvolte le piccole e medie imprese. Sono molto rappresentate ad esempio all’interno di programmi per lo sviluppo di piccoli e microsatelliti ma soprattutto anche in tutto quello che coinvolge l’applicazione in downstream a partire dai dati spaziali  per lo sviluppo di servizi innovativi.  Il futuro credo che parlerà sempre più anche verso il settore spaziale del meridione,  questo perché stiamo lanciando anche un nuovo programma. In realtà è un programma che viene sviluppato nell’ambito del PNRR,  è stato sviluppato dall’Agenzia Spaziale Europea, al quale abbiamo in qualche maniera partecipato ma adesso diventerà di proprietà dell’Agenzia Spaziale Italiana  e vede molto coinvolte le aziende del Sud,  soprattutto per quanto riguarda il segmento downstream e il segmento servizi.  Quindi immagino ci sarà una prospettiva di apertura anche verso questo mercato”.

Dai droni applicati al monitoraggio ambientale del territorio attraverso i satelliti, ai rover impiegati nella tutela dell’ambiente sui campi anche agricoli con l’ausilio sempre dei satelliti e ancora dalle piattaforme informatiche per il clima in grado di supportare l’elaborazione dei piani urbanistici delle città del futuro ai microsatelliti che sono già nello spazio o ancora ai moduli lunari che potranno essere protagonisti delle prossime missioni spaziali. E’ la ricerca made in Italy, ma è soprattutto è la ricerca Made in Sud.

 

L’Agenzia Spaziale Europea, ha illustrato il programma IRIDE

“IRIDE è un programma finanziato dal governo italiano, attraverso l’Agenzia Spaziale Italiana e l’Agenzia Spaziale Europea  e in particolar modo sulla Regione Campania sta avendo una ricaduta molto importante dal punto di vista dell’industria spaziale  che già è presente, in particolar modo ci sono alcune piccole e medie imprese innovative sia sull’area napoletana  che sull’area del Beneventano, che stanno sviluppando dei servizi per la pubblica amministrazione locale e per la pubblica amministrazione universale  sono servizi basati sulle immagini da satelliti che già abbiamo dal Copernicus  – ha dichiarato Marco Casucci dell’Agenzia Spaziale Europea – ma che in futuro saranno fornite saranno anche servizi migliori perché saranno basati sui dati di IRIDE che appunto è un sistema che stiamo sviluppando  in più a questo ci sono altre aziende che lavorano sempre sull’area napoletana, sono aziende che sviluppano la parte che sta in volo  quindi la parte satellitare e sono grandi imprese che sono già localizzate, stanno dando componenti sia da parte satellitare  sia da parte dei sensori che devono acquisire le informazioni a terra  quindi l’accommodimento della Regione nel programma IRIDE è molto importante, non mi ricordo il numero preciso di imprese ma sono molte  e questo testimonia quanto questa Regione sia forte, presente e sviluppata per il mondo dello spazio”.

Con questo passaggio da una somma di eccellenze a un ecosistema coordinato, il Mezzogiorno punta a essere porta d’ingresso europea per applicazioni spaziali ad alto valore aggiunto. Un cambio di passo che può tradursi in nuove opportunità di sviluppo e competitività internazionale per l’industria del Sud.

In Italia sono quattro le regioni attive nel settore spaziale ed in particolare il Piemonte, il Lazio, la Campania e la Puglia.

“Intanto la rilevanza, in termini di numeri, di questo settore. Noi dobbiamo ricordarci che in Italia sono soltanto quattro le regioni che hanno industria spaziale come il Piemonte, il Lazio e nel sud due regioni, la Campania e la Puglia. E questo ci introduce anche al tema dell’esigenza di una maggiore sinergia,  anche di coordinamento per queste quattro regioni – ha affermato Massimo De Andreis, Direttore Generale di SRM del Gruppo Intesa San Paolo –  perché sono una filiera lunga che a sua volta, parlando di spazio,  è una filiera fortemente collegata e integrata con l’industria europea e internazionale. L’incontro tenutosi, oggi a Napoli ha sancito  in una qualche misura l’importanza di questo comparto produttivo industriale. Però a me piace anche ricordare non soltanto degli operatori che da questo lato operano sotto il profilo dell’offerta, cioè i servizi e le tecnologie per lo spazio, ma anche dal lato della domanda. Non dimentichiamoci che la Campania e in generale il Mezzogiorno esprimono anche una grande forza manifatturiera in altri settori produttivi. E quindi se noi guardiamo altri settori produttivi del tutto differenti dallo spazio, prendiamo l’agroalimentare ad esempio, ha sempre più bisogno di servizi spaziali.  Pensiamo ai temi del controllo delle terre dall’alto, l’umidità,  tutte cose che attraverso lo spazio si possono offrire,  servizi che in passato era impossibile offrire. Quindi bisogna guardare allo spazio non soltanto come un settore importante in sé,  i numeri, gli occupati, le imprese, le tecnologie,  ma anche come un settore che è un pilastro per lo sviluppo e la crescita, soprattutto in termini di maggiore valore aggiunto, degli altri settori produttivi”.

(foto: tratta da profilo SRM) 


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