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Arcelor Mittal: Uilm, “il piano del governo è generico e non ci convince” Vertice al ministero dello Sviluppo economico

ministero sviluppo economico

Di seguito un comunicato diffuso da Uilm:

“Non siamo d’accordo con il piano del governo che prevede migliaia di lavoratori in cigs per 4-5 anni, in aggiunta agli attuali 1800 in Amministrazione straordinaria e a quelli dell’indotto. Non crediamo che tutti quei lavoratori torneranno a lavoro dopo questo periodo di ammortizzatori sociali. Prima gli investimenti e poi si potrà parlare di misure transitorie”. Così Rocco Palombella, Segretario Generale Uilm, dopo l’incontro al Mise al quale hanno partecipato i ministri Patuanelli, Catalfo e Provenzano.
” Siamo di fronte a una situazione  drammatica – dichiara il leader Uilm – non tanto dopo decisione del Giudice di Taranto sull’altro 2,ma per l’azione spregevole della multinazionale sulla messa in cigs di 3500 lavoratori. ArcelorMittal ha colpito a sfregio le migliaia di lavoratori che erano scesi in piazza poche ore prima e gli ha fatto pagare la bellissima mobilitazione”
“Dobbiamo chiarire –  continua – che il 13 dicembre non ci sarà nessuna fermata dell’altoforno 2, che il cronoprogramma durerà circa 4 settimane e che occorrono più lavoratori per attuare la fermata dell’altoforno. Tutto questo rende ancora più inqualificabile il provvedimento comunicato ieri dall’azienda “.
“Non ci fidiamo più di ArcelorMittal – continua – per le sue inadempienze, per aver cestinato l’accordo del 2018 e per continuare a offendere e creare quotidianamente un clima di terrorismo psicologico contro i lavoratori. Allo stesso tempo vogliamo un impegno chiaro e immediato dal Governo sugli investimenti sugli impianti di finitura che rendono possibile la continuità produttiva e la vita degli stabilimenti”.
” Siamo concordi con il progetto di riconversione ambientale del processo produttivo – prosegue – a patto che ci siano zero esuberi o riorganizzazioni industriali senza prospettive occupazionali future come già accaduto in passato a Taranto, con società che dopo aver finito gli incentivi e le agevolazioni hanno chiuso e messo per strada centinaia di lavoratori. Si deve governare la transizione energetica con zero esuberi”
“Per quanto riguarda eventuali misure di ammortizzatori sociali – conclude – si deve estendere l’applicazione della legge sui lavoratori esposti all’amianto, quella sui lavori usuranti, a rischio e sulle crisi d’impresa. Bisogna permettere a chi si trova in queste condizioni un’uscita incentivata per poter diminuire il monte dei lavoratori posti eventualmente in cigs. Questa sì che sarebbe una legge speciale per Taranto”.




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