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Cassintegrati ex Ilva, critiche al governo sulla mancata integrazione salariale per i 1800 Franzoso: il sazio che non crede al digiuno. Usb: quasi indifferenza verso Taranto

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Di seguito un comunicato diffuso da Francesca Franzoso, consigliera regionale della Puglia:

“La risposta del ministro del Lavoro Catalfo e del sottosegretario Mario Turco ai sindacati sulla mancata corresponsione dell’ integrazione salariale ai cassaintegrati ex Ilva é tipica del sazio che non crede al digiuno”.
Lo dichiara Francesca Franzoso consigliere regionale.
“Bollare come “inutile ” la presa di posizione dei sindacati, sulla mancata integrazione salariale da parte di Ilva in AS ai suoi 1800 dipendenti che non sono transitati in Arcelor Mittal, vuol dire essere su un altro pianeta: quello della “casta” che vive di indennità e rimborsi spese. Gli operai ex Ilva, invece, vivono di cassa integrazione e del reddito corrisposto da Ilva in Amministrazione straordinaria, che questo mese è stato pari a zero. Come pari a zero sono ancora i pagamenti da parte di Ami, l’azienda con cui il governo tratta da mesi, a tutte le ditte dell’indotto i cui dipendenti non possono mettere a tavola le loro chiacchiere e il loro inutile attendismo”.

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Abbiamo dovuto sollecitare i Ministri per la firma del Decreto sulla cassa integrazione per il 2020 per i lavoratori in AS, firma avvenuta a tempo scaduto, a gennaio 2020. Sull’integrazione continuiamo a parlare, ma ad oggi nulla è stato inserito nelle buste paga dei lavoratori. Ciò nonostante l’Usb abbia giocato d’anticipo, sollecitando per tempo il Governo, in merito al problema che si sarebbe dovuto affrontare in seguito. Al momento restiamo in attesa che l’emendamento inserito nel Milleproroghe venga convertito in legge. Riscontriamo una evidente leggerezza, quasi indifferenza, nei confronti della città di Taranto, contrariamente ai vari annunci. A dir poco imbarazzante vedere il Premier Conte che insegue Arcelor Mittal, quasi pregandolo di rimanere in Italia, in particolare a Taranto, e andando spudoratamente contro la volontà popolare. Il Governo del popolo, così si è autoproclamato, soprattutto nella sua componente Cinque Stelle, ma di fatto l’esecutivo sta facendo tutt’altro rispetto a quello che la comunità vorrebbe di fronte ad una multinazionale che si è già mostrata per quello che è. Si protrae inoltre, in queste ore, la questione appalto: diverse le ditte che comunicano il mancato impegno onorato da parte di Mittal, comportamento questo che mette in difficoltà moltissimi lavoratori e rispettive famiglie. Il risultato è uno stato di grande confusione e precarietà. Invitiamo dunque il territorio ad una unità di intenti mirata a reagire in maniera costruttiva di fronte a questo gioco al massacro di cui fanno le spese sempre i cittadini e i lavoratori di Taranto.




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