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Taranto, usura e reati di mafia tra le accuse: confisca per due milioni e mezzo di euro Guardia di finanza

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Nella mattinata odierna i Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Taranto hanno dato
esecuzione a un provvedimento, emesso dalla Corte di Appello di Lecce, applicativo della confisca definitiva di
beni del valore stimato in circa 2,5 milioni di euro.
L’esecuzione del provvedimento ablatorio rappresenta l’epilogo di complesse investigazioni, coordinate in ogni
loro fase dalla Procura della Repubblica di Lecce -Direzione Distrettuale Antimafia- nei confronti di un soggetto
tarantino ritenuto “socialmente pericoloso” perché condannato, in via definitiva, per i reati di contrabbando di
tabacchi lavorati esteri, detenzione illegale di armi clandestine, ricettazione e associazione di tipo mafioso. A tale
ultimo proposito, è difatti emerso che il prevenuto ha partecipato, ricoprendo un ruolo di rilievo nella frangia
jonica, all’associazione di stampo mafioso denominata “Sacra Corona Unita” dedita all’usura, alle rapine, al
contrabbando di tabacchi lavorati esteri e al traffico di sostanze stupefacenti e caratterizzata dal controllo sociale
del territorio e delle attività economiche ivi insistenti.
Gli introiti delle lucrose attività delittuose perpetrate sarebbero stati quindi impiegati dal soggetto
nell’acquisizione di beni e nella gestione di imprese, queste ultime intestate ai suoi più stretti familiari, il cui
valore è risultato nettamente eccedente rispetto alle fonti di reddito ufficiali dichiarate al Fisco.
Sussistendo i prescritti presupposti di natura soggettiva e oggettiva previsti dal “Nuovo Codice Antimafia”, il
Tribunale salentino, nel novembre 2020, accogliendo la conforme proposta avanzata dalla Procura della
Repubblica di Lecce -Direzione Distrettuale Antimafia-, basata sul solido compendio raccolto dalle Fiamme
Gialle tarantine, ha quindi emesso nei confronti del proposto un provvedimento di sequestro anticipato di beni, al
quale ha fatto seguito, nel marzo 2022, quello della confisca. Nel luglio 2023 tale provvedimento ablatorio è
divenuto definitivo.
Tra i beni oggi confiscati sono ricompresi una villa con piscina a Taranto, un’autovettura, significative
disponibilità finanziarie e i compendi aziendali di 2 avviate imprese, correnti nel capoluogo di provincia, attive
nel settore della ristorazione e della vendita di prodotti ittici freschi.
Quanto confiscato sarà definitivamente affidato alla gestione dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la
Destinazione dei Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata ai fini del proficuo utilizzo.
L’operazione di servizio in argomento testimonia il costante impegno della Procura della Repubblica di Lecce – Direzione Distrettuale Antimafia- e della Guardia di Finanza di Taranto nell’aggressione dei patrimoni di illecita
formazione accumulati dalla criminalità organizzata.
Il sequestro di patrimoni illeciti assume un valore anche “sociale” poiché consente di restituire alla collettività le
ricchezze accumulate nel tempo alla criminalità.




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