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L’alluvione di Taranto del 1883 in Vajonts2023. Stasera anche a Bari, Lecce, Manfredonia, Molfetta e San Severo Rete di 130 teatri in tutta Italia per commemorare le oltre duemila vittime della catastrofe per il crollo della diga il 9 ottobre 1963

Alluvione a Taranto del 1883

In Puglia si svolge a

San Severo-seminario diocesano

Manfredonia-teatro comunale Lucio Dalla

Molfetta-cittadella degli artisti

Bari-teatro Kismet

Taranto-larga San Gaetano, città vecchia (immagine home page: da Crest)

Lecce-teatro Koreja

Sessanta anni fa, la sera del 9 ottobre 1963, una enorme frana di 260 milioni di metri cubi dalla montagna di Longarone distrusse la diga del Vajont. Sulla vallata si abbatté una catastrofica inondazione. Villaggi spazzati via, circa duemila morti.

Di seguito il comunicato:

Trent’anni fa Il racconto del Vajont era la voce e il corpo di Marco Paolini. La sera di lunedì 9 ottobre 2023, nel 60esimo anniversario della tragedia del Vajont che costò la vita a 2000 persone, diventerà VajontS 23, azione corale di teatro civile messa in scena in contemporanea in 130 teatri dall’Alto Adige alla Sicilia e anche all’estero.

Grandi attori e allievi delle scuole di teatro, teatri stabili e compagnie di teatro di ricerca, musicisti e danzatori, maestranze, personale e spettatori arruolati come lettori si riuniranno nei posti più diversi, dallo Strehler di Milano ai piccoli teatri di provincia, a scuole, chiese, centri civici, biblioteche, piazze di quartiere, dighe e centri parrocchiali. Ciascuno realizzerà un proprio allestimento di VajontS 23 a partire dalle peculiarità del suo territorio. E poi, tutti si fermeranno alle 22.39, l’ora in cui la montagna franò nella diga.

La rete di Vajonts 23 nasce da un’idea di Marco Paolini per Fabbrica del Mondo ed è realizzata da Jolefilm con la collaborazione di Fondazione Vajont.

Lunedì 9 ottobre, dunque, alle ore 21.30 gli attori dei Cantieri Teatrali Koreja di Lecce daranno corpo e vita ad uno spettacolo a più voci dal titolo SULL’ACQUA, liberamente ispirato al Racconto del Vajont di Marco Paolini e Gabriele Vacis. In scena Emanuela Pisicchio, Enrico Stefanelli, Barbara Petti, Andjelka Vulic, musiche originali Enrico Stefanelli, con la supervisione di Salvatore Tramacere.

La storia del Vajont riscritta, 25 anni dopo il racconto televisivo, da Marco Paolini con la collaborazione di Marco Martinelli, drammaturgo e regista del Teatro delle Albe, non è più solo un racconto di memoria e di denuncia sociale, ma diventa una sveglia. La narrazione di quel che è accaduto si moltiplica in un coro di tanti racconti per richiamare l’attenzione su quel che potrebbe accadere.

“Quella del Vajont – spiega Paolini – è la storia di un avvenimento che inizia lentamente e poi accelera. Inesorabile. Si sono ignorati i segni e, quando si è presa coscienza, era troppo tardi. In tempo di crisi climatica, non si possono ripetere le inerzie, non possiamo permetterci di calcolare il rischio con l’ipotesi meno pericolosa tra tante. Tra le tante scartate perché inconcepibili, non perché impossibili”.

SULL’ACQUA prende spunto dalla canzone di Emilio Pericoli del 1963, in una sorta di parallelo tra la poetica del cantautore e la tragedia vissuta dagli abitanti di quelle valli, dove l’acqua ha spazzato via molte vite umane.

“Il ricordo della tragedia del Vajont – spiega Salvatore Tramacere, direttore artistico di Koreja – va oltre la doverosa commemorazione delle vittime. Ci fornisce avvertimenti e preziose lezioni su come essere responsabili delle nostre azioni e ci fornisce grandi esempi di solidarietà umana. Queste lezioni sono importanti più che mai mentre affrontiamo sfide globali come i cambiamenti climatici e la sicurezza ambientale. Il Vajont dovrebbe essere un monito costante a proteggere il nostro pianeta e a lavorare insieme per un futuro sostenibile e sicuro. Inoltre, da sempre Koreja è impegnata per l’ambiente ed è identificata come un eco-teatro che il pubblico apprezza non solo per le sue qualità culturali, ma anche come agente di trasformazione sociale e strumento di crescita per la collettività. Il teatro è un medium potentissimo, soprattutto se fa rete in un progetto che riunisce 130 realtà nazionali. Per questo motivo e per la stima che ci lega a Marco Paolini abbiamo accolto con grande orgoglio e impegno il progetto VajontS 23”.

VajontS 23 è, insomma, un canovaccio. Ci sarà chi lo metterà in scena integralmente, chi lo userà come uno spunto e lo legherà alle tante tragedie annunciate che si sono succedute dal 1963 a oggi: in Toscana l’alluvione di Firenze del 1966, in Piemonte si racconterà  di quando il Po e il Tanaro esondarono nel 1994, in Veneto delle alluvioni del 1966 e del 2010, in Campania della frana di Sarno del 1998, in Friuli degli incendi del Carso nel 2022, in Alto Adige della valanga della Marmolada del 3 luglio del 2022 e in Romagna dell’alluvione di maggio.

Sul sito www.lafabbricadelmondo.org è possibile trovare la mappa completa dei gruppi che hanno aderito e dei luoghi in cui VajontS 23 andrà in scena il 9 ottobre.

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